La fine della letteratura pagana: i prosatori e gli ultimi poeti
I panegiristi
Tra la fine del III secolo e quella del IV si riscontra un'abbondante produzione di panegirici, non solo come esercitazioni scolastiche di retorica, ma come genere letterario vero e proprio. Spesso sono gli stessi insegnanti a pronunciare agli imperatori i discorsi ufficiali di ringraziamento, che assumono un carattere specificatamente encomiastico. È giunta una raccolta con il titolo di Panegyrici Latini, comprendente 12 discorsi pronunciati da retori di origine gallica, a eccezione del primo, che è quello che Plinio il Giovane scrisse a Traiano, in ringraziamento per la sua nomina a console. Cinque sono anonimi e diretti a Costanzo e a Costantino; cinque sono rivolti a Massimiano, Giuliano e Teodosio e sono scritti da Nazario, Mamertino e Drepanio. L'ultimo, intitolato Pro instaurandis scholis , al governatore della Gallia Lugdunense, è il più famoso e fu pronunciato ad Autun nel 298 da Eumenio, direttore delle scuole, per chiedere la loro ricostruzione dopo le devastazioni operate dalle tribù batave, giungendo a offrire per questo scopo il suo altissimo stipendio annuo. Nel complesso i panegirici sono di notevole interesse come fonte storica.