spìna
Indicesf. [sec. XIII; latino spina].
1) Escrescenza indurita e pungente che si forma su alcune piante per adattamento a necessità biologiche e che viene interpretata come una difesa delle parti aeree più tenere dagli animali erbivori. Avendo funzione difensiva, può localizzarsi in qualsiasi parte della pianta. Può derivare da rami modificati o da residui dei rami dell'anno precedente, come nel biancospino o nel pruno, da foglie, come nel crespino, o da parti di esse, come le due spine derivate dalle stipole della gaggia, o infine essere data da un'escrescenza dell'epidermide, come nella rosa. Fig., dolore pungente, preoccupazione assillante, pena, cruccio: avere una spina nel cuore; essere, stare sulle spine, essere a disagio o essere in ansietà, in grande agitazione; non c'è rosa senza spine, non c'è gioia che non porti con sé qualche dispiacere. Al pl., rami spinosi, piante spinose: un cespuglio di spine.
2) Per estensione, ciascuno degli aculei che rivestono il tegumento di alcuni animali; pungiglione di insetti: le spine del riccio; spina di pesce, lisca. Nella loc. a spina di pesce, di disegno o struttura che ricorda nella forma la disposizione delle lische di un pesce, cioè con brevi elementi rettilinei che divergono ad angolo da una linea mediana: tessuto a spina di pesce, quello spigato. In particolare, in agraria, sistemazione a spina, sistemazione collinare del terreno con pendici livellate e fosse rettilinee parallele, ortogonali alla pendenza fondamentale. Le fosse e le linee di spina (linee d'impluvio e di displuvio) delimitano le unità di sistemazione, in cui la terra è stata mossa con ruspe e aratri sino a ridurla a un piano inclinato. L'acqua raccolta nelle fosse rettilinee si riunisce negli impluvi, dove particolari collettori la convogliano verso valle, rallentandone la violenza con opportune briglie. In passato la sistemazione a spina veniva ottenuta con un sistema di fossi e colmate che modellava negli anni le pendici con l'azione regolata di erosione e riporto delle acque.
3) In anatomia, sporgenza ossea per lo più fusiforme: spine iliache, le due sporgenze poste sul margine anteriore e posteriore dell'osso iliaco; spina ischiatica, prominenza angolare del margine posteriore dell'osso iliaco; spine mentoniere, le piccole eminenze della superficie posteriore della mandibola; spina della scapola, robusta sporgenza della superficie posteriore della scapola; spina dorsale, sinonimo generico di rachide (fig.: essere senza spina dorsale, essere privo di carattere). In patologia, spina bifida, fessura congenita del rachide, attraverso la quale si ha fuoriuscita di meningi, ed eventualmente anche di midollo; si manifesta con una tumefazione mediana rivestita da cute bluastra o angiomatosa, associata in genere ad altre malformazioni; spina ventosa, particolare forma di tubercolosi ossea ossea a carico delle falangi, metacarpi e metatarsi; a seguito del processo di carie l'osso si presenta fusiforme, come insufflato, per l'ispessimento provocato dalla deposizione di nuovo tessuto di riparazione.
4) Nome generico di asticciole, chiavette e simili, per lo più a forma cilindrica o conica, che si inseriscono in cavità corrispondenti. In particolare: A) nella botte, l'apertura praticata in basso per spillare il vino; la cannella munita di rubinetto che vi si inserisce: birra alla spina, spillata direttamente dalla botte. B) In tecnologia, organo metallico, cilindrico o conico, impiegato per l'unione temporanea di due pezzi meccanici come elemento di riferimento nel posizionamento dei pezzi nelle attrezzature meccaniche per la lavorazione in serie. Le dimensioni delle spine sono definite dalle corrispondenti tabelle di unificazione. I tipi più usati sono le spine cilindriche, le spine coniche e le spine elastiche. Le spine cilindriche vengono usate soprattutto come organi di riferimento, lasciando a dei bulloni il compito di realizzare l'unione tra i pezzi meccanici interessati. Le spine coniche vengono usate per lo più per realizzare l'unione temporanea tra due pezzi: per estrarle è sufficiente colpirle assialmente sulla loro base più stretta. Le spine elastiche sostituiscono vantaggiosamente le spine coniche perché non richiedono un'accurata lavorazione delle loro sedi, potendosi adattare molto bene alle superfici interne del foro in cui vengono infilate. C) Organo usato per collegare un circuito elettrico a una linea che alimenta una presa. "Per alcuni tipi di spina utilizzati nei circuiti elettrici vedi disegni al lemma del 18° volume." È costituita essenzialmente da un elemento isolante che porta due o più organi metallici cilindrici a cui sono collegati altrettanti conduttori e che vengono a contatto con i corrispondenti organi della presa. Nella spine maschio tali organi (spinotti) sono sporgenti e si inseriscono nei corrispondenti alveoli della presa, nella spine femmina sono cavi e accolgono gli spinotti di un'altra spina. Nei circuiti monofasi si usano spine bipolari, munite di due soli spinotti, o tripolari, munite anche di un terzo spinotto per il collegamento a terra; questo è spesso sostituito da due elementi metallici laterali che vengono a contatto, a spina inserita, con gli elementi corrispondenti della presa, ai quali fa capo il conduttore di terra. Le spine multiple consentono il collegamento contemporaneo di più utilizzatori alla medesima linea. In elettronica e nelle telecomunicazioni sono spesso impiegate spine unipolari (banana, jack). D) Muro di spine, muro di colmo, parallelo ai muri perimetrali che costituiscono le facciate più lunghe. E) Piccolo elemento in legno che in falegnameria viene usato per immobilizzare un accoppiamento a tenone e mortasa; generalmente di forma piramidale, viene tagliato secondo le fibre per ottenere migliore resistenza a rottura. E) Cilindretto in legno o di metallo che viene inserito in un'apposita cavità di un muro per mettere e conservare in posizione, durante la costruzione, blocchi di pietra, pannelli o altri elementi costruttivi simili.