fangoterapìa
sf. [sec. XX; fango+terapia]. Metodo di cura (più propriamente detto crenolutoterapia) di particolari condizioni morbose mediante applicazioni di fanghi naturali . L'azione della fangoterapia dipende dai caratteri fisici e chimici del fango conferitigli dalle acque minerali che lo impastano; è sempre ipertermizzante generale proporzionalmente alla temperatura del fango e all'estensione dell'applicazione, inoltre è diaforetica e ipotensiva. La fangoterapia è indicata nella maggior parte delle malattie croniche delle articolazioni, nei postumi di fratture, nelle nevriti, ecc. È considerata sedativa con i fanghi oligominerali, salsobromoiodici, radioattivi e solfurei, e consigliata nelle convalescenze della poliartrite acuta reumatica, negli esiti di artriti e poliartriti acute secondarie, nelle artriti gottose in fase di remissione, nel reumatismo muscolare genuino; è stimolante con i fanghi clorurosodici, solfurei e consigliata nelle artriti croniche, deformanti, post-traumatiche, negli esiti di fratture con callo osseo esuberante, nelle miositi croniche, nelle nevralgie e nevriti; è risolvente con i fanghi salsoiodici e indicata nelle perivisceriti e nelle sierositi croniche. Le applicazioni, non più di una al giorno, devono avere una durata di 20-30 minuti; è bene sospendere la cura un giorno ogni quattro. La fangoterapia è controindicata in caso di gravidanza, di malattie della pelle, di flebiti e tromboflebiti, di diatesi emorragiche, di nevrastenia, di epilessia, di nefropatie, di malattie cardiocircolatorie in scompenso e di quelle edemigene, di neoplasie, di tubercolosi e di qualsiasi stato patologico in fase acuta. Fra il 3° e l'8° giorno di qualsiasi cura termale può intervenire la crisi termale, sindrome clinicamente caratterizzata da febbre, astenia, cefalea, sintomi specifici da riesacerbazione di quelli propri della malattia in cura e da un complesso di variazioni delle costanti biologiche del mezzo interno, simili a quelle che si riscontrano nelle sindromi di adattamento. La durata della fangoterapia non deve essere inferiore ai 15 giorni, anche per rendere possibile all'organismo il superamento della crisi termale.
Fangoterapia estetica in uno stabilimento termale di Ischia.
De Agostini Picture Library/G. Roli