diplòma

sm. (pl. -i) [sec. XVII; dal greco díplōma-atos, foglio piegato in due].

1) Documento con cui viene ufficialmente conferito un titolo o, nell'ordinamento scolastico, attestato ufficiale rilasciato alla fine di un determinato corso di studi o dopo un esame di Stato. Il diploma designa in generale un titolo di studio inferiore alla laurea; nella scuola secondaria si possono conseguire diplomi di ammissione, di licenza, di maturità e di abilitazione (nelle scuole di tipo tecnico il diploma comporta anche una qualifica professionale, per esempio, ragioniere, perito industriale, ecc.). Nelle università e negli istituti superiori il diploma è rilasciato alla fine di alcuni corsi, ma è solo una qualifica accademica che non abilita all'esercizio professionale. Talora scherzosamente o ironicamente: dovrebbero darmi il diploma di imbecille.

2) Nell'antichità romana e particolarmente nell'età imperiale, documento che comprovava una concessione dell'autorità a un cittadino; il documento era generalmente scritto su un dittico di bronzo le cui valve si ripiegavano l'una sull'altra. Diploma tipico era quello che veniva concesso ai militari all'atto del congedo. Esso comprovava il servizio svolto e la concessione del diritto di cittadinanza ai soldati che non la possedevano, della legalizzazione del matrimonio ai soldati che avevano sposato donne non romane, della cittadinanza ai figli nati prima del congedo. Il termine, di uso rarissimo nel Medioevo, fu ripreso dagli umanisti per indicare atti sovrani riguardanti soprattutto concessioni in favore di enti, luoghi o persone. Da questa accezione del termine deriva, tramite l'aggettivo, il nome della scienza che studia i documenti scritti, la diplomatica.