coccinìglia
sf. [sec. XVI; dallo spagnolo cochinilla, propr. porcellino di S. Antonio, da cochino, porco]. Nome comune degli Insetti Omotteri della famiglia dei Coccidi e in particolare di alcuni di essi: la cocciniglia del gelso (Diaspis pentagona), originaria dell'Estremo Oriente, si è diffusa in gran parte del mondo, provocando gravi danni ai gelsi tanto da mettere spesso in crisi, di riflesso, l'industria della seta: una soluzione a tale problema venne data dall'entomologo Berlese agli inizi del sec. XX, importando dall'America settentrionale un piccolo imenottero, Prospatella berlesei, in grado di combattere efficacemente il coccide. Sempre di origine asiatica, ma oramai cosmopolite, sono la cocciniglia di S. José (Quadraspidiotus perniciosus) e la cocciniglia degli agrumi (Mytilococcus beckii), che danneggiano rispettivamente le piante da frutto in genere e gli agrumi. La cocciniglia della lacca (Laccifer lacca) vive nell'India meridionale su molte piante, producendo un'abbondantissima secrezione (gommalacca) utilizzata industrialmente. § Le femmine essiccate di alcune cocciniglie costituiscono una droga di cui sono note diverse varietà in rapporto all'origine: cocciniglia argentea,cocciniglia nera,cocciniglia grigia (che è la varietà più pregiata). La cocciniglia commerciale si presenta in granelli rugosi, di forma emisferica e di colore rosso-bruno, cosparsi di una polvere biancastra. Immersi in acqua si rigonfiano assumendo la forma primitiva dell'insetto. La droga contiene acido carminico e una sostanza cerosa detta coccerina. Viene adoperata come colorante innocuo (con il nome di carminio) per alimenti, preparati cosmetici, sciroppi, paste dentifricie, ecc., produzione di lacche e inchiostri, è anche impiegata in microscopia e raramente in medicina come blando analgesico.