Rièti (provincia)
Indiceprovincia del Lazio, 2749 km², 156.796 ab. (stima 2007), 56 ab./km², capoluogo: Rieti. Comuni: 73. Sigla: RI.
Generalità
Istituita nel 1927, è la meno popolosa e la meno densamente abitata fra le province laziali e occupa la parte nordorientale della regione. Delimitata dalle province di Viterbo, Roma, Ascoli Piceno, Teramo, L'Aquila, Perugia e Terni, costituisce una sorta di enclave, posta tra il Lazio occidentale, l'Umbria, le Marche e l'Abruzzo.
Territorio
Il territorio, quasi interamente montuoso, dal corso del Tevere, che scorre lungo il confine SW del territorio provinciale, si incunea profondamente nel sistema appenninico fino ai monti della Laga, sul versante adriatico della catena, elevandosi a quote superiori ai 2000 m con il pizzo di Sevo (2422 m), sulla linea di confine con la provincia di Teramo. Tra i monti Reatini, la cui cima più elevata è il Terminillo (2213 m), e i monti Sabini si apre l'ampia conca di Rieti, che, posta a un'altitudine di 400 m, costituisce l'unica zona pianeggiante della provincia. A essa convergono le valli percorse dai fiumi Turano, Salto e Velino, che ne raccoglie le acque, dirigendosi poi verso NW per gettarsi nel fiume Nera, affluente del Tevere. Il Turano e il Salto sono sbarrati da dighe che hanno dato origine ai due laghi artificiali omonimi. Il Tronto, tributario del mare Adriatico, attraversa la conca di Amatrice, che si apre all'estremità NW della provincia, a NE della conca intermontana di Leonessa. Il quadro delle emergenze ambientali è tipico delle regioni montane, dove prevale il rischio idrogeologico. Oltre al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, una cui parte rientra nel territorio provinciale, tutela l'interessante patrimonio naturalistico-ambientale dell'Appennino Centrale anche il Parco Regionale dei Monti Lucretili. Il clima è di tipo continentale, con marcate escursioni termiche, estati assai fresche e inverni rigidi. Le precipitazioni sono abbondanti e presentano un massimo nei mesi autunnali. La flessione demografica, che aveva caratterizzato la provincia dal secondo dopoguerra, a causa di un massiccio flusso migratorio verso la capitale e le province del Nord, ha subito una battuta d'arresto a partire dagli anni Novanta del sec. XX, grazie a un saldo migratorio positivo, che continua a compensare il saldo del movimento naturale della popolazione, che permane negativo. Dalla metà del sec. XX, invece, si assiste al fenomeno della deruralizzazione, cioè dell'incessante abbandono delle attività agricole da parte della manodopera più giovane, che tende a trasferirsi nei comuni economicamente più sviluppati, accentuando così lo squilibrio nella distribuzione della popolazione. La città principale è Rieti, che ospita più di un terzo degli abitanti totali della provincia, anche se a causa della relativa vicinanza con Roma non riesce a fungere da forte polo di attrazione per il territorio circostante. Tra gli altri centri, anche se di modesto peso demografico, si segnalano Fara in Sabina, Cittaducale, Borgorose, Magliano Sabina e Montopoli di Sabina. Principale via di comunicazione è la SS 4 Salaria, lungo cui si concentrano numerosi insediamenti e che collega Roma al mare Adriatico attraversando tutto il territorio provinciale lungo la direttrice SW-NE. Seguono invece la direttrice NW-SE la SS 79, che unisce Rieti a Terni, e la SS 578, che porta ad Avezzano, in Abruzzo.
Economia
In conseguenza dello scarso sviluppo delle attività industriali e terziarie, almeno fino agli ultimi decenni del sec. XX, l'agricoltura, nonostante la conformazione montuosa del territorio, ha storicamente costituito la principale risorsa economica: si producono cereali, barbabietole da zucchero, patate, ortaggi e frutta nelle conche di Rieti, Leonessa e Amatrice, e sulle pendici più basse dei monti Sabini; uva da vino e soprattutto olive nelle zone collinari. Nel comparto industriale operano aziende alimentari, meccaniche, chimiche, della carta, del legno e dell'abbigliamento, concentrate perlopiù nei comuni della Sabina e nella conca di Rieti e di Leonessa, aree e attività che non presentano però le caratteristiche dei distretti produttivi regionali o nazionali. Il terziario, che soffre soprattutto per i servizi avanzati la concorrenza di quelli offerti dalla capitale, ha il suo centro d'elezione nel capoluogo, che ha però un limitato bacino d'utenza. Oltre al turismo invernale, che ha in special modo a Cittareale, Montebuono e Leonessa le sue mete principali, è in fase di crescita il turismo escursionistico (Accumoli, Borgorose, Fara in Sabina, Poggio Mirteto, Rocca Sinibalda ecc.) e quello legato soprattutto alle aziende agrituristiche e agli itinerari enogastronomici.