Fara in Sabina
Indicecomune in provincia di Rieti (37 km), 482 m s.m., 54,88 km², 10.810 ab. (faresi), patrono: sant’ Antonino (2 settembre).
Centro della Sabina, esteso sul versante occidentale dei monti Sabini, tra un poggio appartenente alla dorsale collinare che divide la media valle del torrente Farfa da quella del fosso Corese e il Tevere; i centri di Borgo Quinzio e di Passo Corese sorgono lungo la via Salaria.Di origine longobarda, dal sec. X appartenne all'abbazia di Farfa, cui venne confermato dall'imperatore Enrico IV. Passato in feudo agli Orsini nel sec. XV, tornò poi sotto la giurisdizione della Chiesa.§ Il vecchio nucleo di Fara conserva la struttura medievale, ma sono presenti numerosi edifici rinascimentali. La collegiata, ricostruita nel Cinquecento, ha facciata e portale quattrocenteschi; nell'interno a tre navate sono custodite pregevoli tele, un crocifisso rivestito di pelle umana, una statua lignea di Sant'Antonino e un tabernacolo rinascimentale a forma di tempietto, in alabastro di Volterra, della scuola del Vignola. Nei pressi sono i resti della città di Cures_Sabini, dimora, secondo la leggenda, del re sabino Tito Tazio.§ All'agricoltura sono legate le importanti attività pastarie, olearie ed enologiche. Completano il quadro economico l'allevamento, l'artigianato tessile e il turismo, attratto dal patrimonio naturalistico e monumentale.§ Nella frazione di Farfa, caratteristico villaggio composto da una duplice serie di basse case allineate sulla strada di accesso, sorge l'omonima abbazia. Fondata verso la fine del sec. VII, raggiunse in breve tempo un'enorme importanza, estendendo la propria influenza su vaste zone dell'Italia centrale. Passata sotto la diretta giurisdizione della Chiesa nel sec. XII, andò incontro a un rapido declino.