Orsini

antica famiglia patrizia romana di cui si hanno notizie, in parte leggendarie, già prima del Mille. Sicuro capostipite della famiglia risulta essere Orso di Bobone (sec. XII), nipote di Celestino III di cui godette il favore per sé e la famiglia. Fu poi con Matteo Rosso (m. ca. 1246), figlio di Giovan Gaetano e nipote di Orso, che la famiglia acquistò quella potenza che ne fece una delle più importanti di Roma e d'Italia. Senatore di Roma, nel 1241 difese la città dall'imperatore Federico II, poi assalì i Colonna, fautori dell'imperatore, e conquistò la loro maggior fortezza in Roma: l'Augustea. Fu questo l'inizio della rivalità tra Orsini e Colonna. Gli Orsini da allora adottarono una politica di assoluta devozione alla Chiesa e al papato, e per tutto il sec. XIII con i membri della famiglia divenuti cardinali (Giovanni Gaetano, poi papa Niccolò III, Matteo Rosso, Napoleone) furono i maggiori artefici dell'azione politica, sino al Conclave di Perugia (1305) e all'elezione di Clemente V. Durante il periodo avignonese gli Orsini rimasero fedeli agli ideali guelfi e, ritornato il papa in Roma, ne furono di nuovo i difensori. Nicola (1335-1399), senatore di Roma nel 1356, fu governatore del Patrimonio, ricevendo in concessione Port'Ercole, l'isola del Giglio, Monte Argentario e altre terre maremmane. Al tempo della contesa tra la Chiesa e re Ladislao, Paolo fu fatto capitano della Chiesa e vinse il re a San Germano (1411) e Roccasecca. Durante il pontificato di Sisto IV, Innocenzo VIII, Leone X che elargirono agli Orsini i loro favori, la famiglia divenne tanto potente e ricca da ingelosire Cesare Borgia, che, impadronitosi dei castelli di Bracciano e Trevignano, fece avvelenare Gentile Virginio e strangolare Paolo, un tempo suo capitano. Alla morte di papa Alessandro VI, Fabio (ca. 1476-1503), figlio di Paolo, si vendicò costringendo il Valentino a chiedere asilo a papa Pio III, dopo aver massacrato parecchi fidi del Borgia. Nel 1511 vi fu una solenne riappacificazione tra Orsini e Colonna. Nel 1527 Lorenzo, signore di Ceri (m. 1536), detto anche Renzo da Ceri, fu a capo della difesa di Roma dai lanzichenecchi. Sotto Paolo IVCamillo (1492-1559) divenne governatore generale dello Stato della Chiesa. Nel 1718 Clemente XI nominò gli Orsini e i Colonna principi assistenti al soglio pontificio. Già dal sec. XIII gli Orsini si erano divisi in numerosi rami di cui si ricordano i principali, cioè quelli generati dai tre figli del senatore Matteo Rosso. Da Rinaldo derivò quello di Monterotondo, estintosi nel 1650 con Francesco; da Gentile quello dei conti di Nola, di Pitigliano e di Soana; da Napoleone quello dei duchi di Bracciano e di Gravina. Il ramo di Bracciano si estinse nel 1698, quello dei duchi di Gravina, che diede alla Chiesa papa Benedetto XIII, è tuttora esistente. Da Napoleone (m. 1366), fratello di Matteo Rosso, prese origine il ramo dei conti di Manuppello. Delle donne di casa Orsini meritano particolare menzione Clarice(1453-1487), che fu moglie di Lorenzo il Magnifico e madre di Leone X, e Anna de la Tremouille (Parigi 1642-Roma 1722), che esercitò un notevole influsso sulla politica spagnola durante i primi anni di regno di Filippo V sino al 1714, allorché fu licenziata da Elisabetta Farnese.

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