Atèna
IndiceMitologia
(greco Athene), dea greca derivata da un'arcaica figura divina della civiltà cretese-micenea e successivamente identificata dai Romani con Minerva. Da protettrice del palazzo-fortezza divenne la protettrice della città, della pólis (divinità poliade). Alle facoltà guerresche con cui proteggeva la fortezza dai nemici si aggiunsero le facoltà civiche, e la nuova Atena divenne protettrice e maestra di ogni arte utile alla comunità cittadina in cui l'intelligenza si contrapponesse vittoriosamente alla forza bruta. Anche come dea-guerriera la sua figura si contrapponeva, per l'astuzia e per l'intelligenza, a quella del dio guerriero Ares, tutto brutalità e violenza. § I Greci la pensarono come figlia di Metis (la Mente), ma il suo complesso mito di nascita porta valori irriducibili a questa trasparente discendenza. I valori in gioco sono in una profezia che il mito presuppone: chi nascerà da Metis sarà tanto saggio da mettere in pericolo la sovranità di Zeus. Perciò Zeus si accoppiò a Metis e poi la divorò incorporando così la saggezza che perfezionava la sua sovranità; con Metis incorporò anche la nascitura Atena la cui gestazione proseguì fino alla maturazione, nella testa di Zeus, da cui fuoriuscì pienamente formata una bellissima fanciulla in armi. § Atena, la Vergine (Parthénos), non si sottopose al matrimonio. Svolse la sua azione divina come ispiratrice e protettrice di eroi (Teseo, Perseo, Ulisse, ecc., nelle cui imprese si riconosce sempre la vittoria dell'intelligenza sulla forza bruta). Sul piano del culto, fu soprattutto la dea protettrice di Atene, la città che porta il suo nome e dove si celebravano in suo onore le Panatenee.
Atena Poliade, dalla gigantomachia che decorava il frontone del tempio sull'Acropoli dedicato al suo culto.
De Agostini Picture Library / G. Nimatallah
Iconografia
Le prime raffigurazioni della dea sono presenti già nella cultura protoellenica con il Palladio (cioè il simulacro di Atena), documentato da monete e anfore panatenaiche come idolo armato di lancia e scudo. Il più famoso, noto dalle fonti, era quello di Troia. Capolavori dell'età arcaica sono le figure di Atena nel ciclo delle metope del tempio di Zeus a Olimpia e sul frontone del tempio di Apollo a Delfi. Sui vasi a figure nere degli inizi del sec. V a. C. viene preferibilmente narrato il mito della sua nascita. Fu soprattutto all'epoca della supremazia di Atene che si moltiplicarono le raffigurazioni della dea, simbolo della città, della pace e della vittoria, sia nei manufatti artigianali sia nella statuaria. Celebre era il gruppo di Atena e Marsia sull'Acropoli di Atene, noto da repliche romane. Ma è Fidia l'artista che, sotto Pericle, ebbe modo di creare numerose statue dedicate alla dea, purtroppo difficilmente ricostruibili: l'Atena crisoelefantina di Pellene, l'Atena Prómachos per l'Acropoli, l'Atena portata a Roma da Paolo Emilio per il tempio della Fortuna Huiusce Diei. Note da copie romane sono le teste dell'Atena Lémnia (Bologna, Museo Civico) e dell'Atena Parthénos (Berlino, Staatliche Museen), considerata dagli antichi il capolavoro del maestro. Colossale statua crisoelefantina, dipinta e decorata a rilievi sullo scudo e sulla base, era posta nel Partenone. Le successive statue di Atena ripetevano i modelli del maestro. In periodo ellenistico le numerose raffigurazioni della dea non si staccano da una rappresentazione leziosa e convenzionale.