Letteratura tra Biedermeier e Restaurazione
- Letteratura tra Biedermeier e Restaurazione
- Dal 1815 al 1848: la stagione del Biedermeier
- La sorridente armonia quotidiana di Mörike
- Precoci fermenti di realismo: la narrativa di Immermann
- Il conservatorismo sociale di Gotthelf
- La poetica della fedeltà alle piccole cose: Stifter
- Grillparzer, drammaturgo del “sottosuolo” e del regresso
- La "commedia umana" di Nestroy
- Il teatro di Grabbe tra antiromanticismo e dramma storico
- La drammaturgia critica di un rivoluzionario: Büchner
- Droste-Hülshoff, poetessa dello spirito e della natura
- Lenau, poeta del dolore del mondo
- Approfondimenti
- Riepilogando
La "commedia umana" di Nestroy
Il commediografo austriaco Johann Nepomuk Nestroy (Vienna 1801 - Graz 1862) si dedicò al teatro dapprima come cantante lirico, poi come attore e capocomico; e per il teatro cominciò nel 1827 a scrivere testi, di cui sosteneva la parte principale. È autore di 83 “farse con canto”, modellate sul vaudeville francese, che gli procurarono immenso successo. La comicità dirompente di questi lavori è costruita non solo sulle consuete complicazioni d'intreccio, ma soprattutto su un autentico virtuosismo della parola che mescola con effetti irresistibili lingua alta e lingua bassa, tedesco e dialetto viennese. Si ricordano: Il genio malvagio Lumpazivagabundus (Der böse Geist Lumpazivagabundus, 1833), I due sonnambuli (Die beiden Nachtwandler, 1836), Lui vuole spassarsela (Einen Jux will er sich machen, 1842). I suoi personaggi, con l'eccezione di qualche figura femminile, appaiono dominati dall'avidità e dall'egoismo, sicché si comprende perché la critica più recente abbia valutato pessimistico o addirittura nichilistico l'atteggiamento di fondo di Nestroy. Soprannominato l'“Aristofane viennese”, coltivò una visione della realtà e della storia pessimistica e conservatrice, fortemente critica, ma il suo ritratto spietato e disilluso tradisce simultaneamente, nella sanguigna sfrenatezza e varietà del suo universo dialettale, un instancabile, spavaldo innamoramento per l'andirivieni delle cose e i sobborghi “troppo umani” della vita. Non mancano tuttavia la polemica sociale, come in Pian terreno e piano nobile (Zu ebener Erde und erster Stock, 1835), e quella intellettuale, come la caricatura dello “spleen” in Il lacerato spirito (Der Zerrissene, 1844) e le parodie di Hebbel e Wagner. Dimenticato dopo la morte, fu riscoperto da K. Kraus all'inizio del Novecento.