Il platonismo e l'aristotelismo rinascimentale
In sintesi
Redazione De Agostini
L'aristotelismo | L'aristotelismo è la corrente filosofica dominante nel Rinascimento, soprattutto le correnti alessandriste e averroiste, che in generale prestano maggiore attenzione alle problematiche logico-gnoseologiche e fisiche. |
Pomponazzi e il problema dell'immortalità dell'anima | Pietro Pomponazzi nel suo trattato sull'Immortalità dell'anima afferma l'impossibilità di dimostrare l'immortalità personale, giacché questa si riferisce all'intelletto unico e solo relativamente all'individuo singolo. |
Il platonismo | La novità più rilevante del pensiero rinascimentale è data dalla riscoperta di Platone, letto alla luce dell'interpretazione neoplatonica. Il pensiero platonico viene con- siderato come una forma di "filosofia rivelata" di origine divina e viene valorizzato soprattutto il tema della spiritualità del cosmo e della bellezza. |
Cusano e la "dotta ignoranza" | Niccolò Cusano, nella sua opera maggiore, De docta ignorantia, afferma che alla conoscenza di ragione, in sé sempre ulteriormente perfettibile, resta incomprensibile il concetto di infinito, di cui è possibile solo una visione intellettuale. Nell'infinità l'intelletto intuisce la coincidenza degli opposti (cioè l'unità di tutte le conoscenze, anche di quelle contrapposte tra loro), che pone come apice della conoscenza la dotta ignoranza, il sapere di non sapere. |
L'uomo | L'uomo è definito come "dio creato", scopo dell'intera creazione, che grazie alla propria partecipazione all'umanità raggiunge una genuina perfezione naturale, definita filiatio Dei (discendenza filiale di Dio). |
Dio | Di Dio si dà una duplice possibilità di conoscenza: la teologia negativa dice ciò che Dio non è, mentre la teologia positiva afferma che Dio si manifesta nell'infinità della creazione. Altro modo di manifestazione divina è la parola di Cristo, che rivela la realtà presente della redenzione di ogni uomo e di tutta la natura creata. |
Ficino e l'anima come "copula mundi" | Marsilio Ficino elabora il concetto di una gerarchia universale di perfezioni, in cui l'anima è il caposaldo dell'intero sistema e l'argomento decisivo della dignità dell'uomo. Essa è copula mundi (legame del mondo), centro dell'intera realtà come microcosmo di universale connessione. Ficino assume il platonismo come il fondamento di una teologia razionale, coincidente con le verità del cristianesimo. |
Pico della Mirandola | Giovanni Pico della Mirandola espone un programma di conciliazione ecumenica tra cristianesimo, ebraismo e islamismo nelle Conclusioni filosofiche, cabalistiche e teologiche. Nella celebre orazione De dignitate hominis celebra il valore della libertà umana: collocato da Dio al centro della realtà, l'uomo è capace di scegliere i termini del suo vivere e nella libertà è superiore anche agli angeli. |