Pietro Pomponazzi
Pietro Pomponazzi (Mantova 1462 - Bologna 1525) studia medicina a Padova e insegna filosofia a Padova, a Ferrara e a Bologna. Il suo commento delle opere di filosofia naturale di Aristotele culmina con la pubblicazione del trattato sull'Immortalità dell'anima (1516), in cui, pur non rinnegando i principi della fede cristiana, afferma l'impossibilità di dimostrare l'immortalità personale sulla base di argomenti naturali, sostenendo che all'individuo non può appartenere un'anima assolutamente indipendente dai sensi. L'intelletto dell'uomo si configura infatti come capace di cogliere l'universale attraverso i sensi; l'immortalità allora si riferisce in sé all'intelletto unico e solo relativamente all'individuo singolo. L'opera viene condannata e bruciata dall'Inquisizione veneziana.