Marsilio Ficino
Marsilio Ficino (Figline Valdarno, 1433 - Careggi, Firenze, 1499) studia filosofia a Firenze e con l'appoggio di Cosimo de' Medici costituisce una scuola platonica a Firenze. Intraprende la lettura di Platone e ne inizia la traduzione, raccogliendo attorno a sé dotti di varia estrazione, che danno vita all'Accademia platonica fiorentina. Ordinato prete nel 1473, traduce anche Plotino e gli altri neoplatonici, Dionigi Areopagita e il Corpo ermetico. In opposizione all'impostazione della scolastica e all'aristotelismo rinascimentale, esprime l'idea di una progressiva rivelazione di Dio nel tempo attraverso l'opera di sapienti pagani, fra i quali svetta Platone, e cristiani. Elabora il concetto di una gerarchia universale di perfezioni organizzata finalisticamente nell'articolazione di cinque sostanze: Dio, angeli, anima razionale, qualità e corpo. L'anima è il caposaldo dell'intero sistema e l'argomento decisivo della dignità dell'uomo: essa è il fondamento di ogni creatura e il principio dell'unità dinamica dell'universo. Nel pensiero, che ha un'influenza attiva sopra i suoi oggetti, e nell'amore, forza attiva che salda il legame tra le cose, l'anima appare come copula mundi (legame del mondo), centro dell'intera realtà come microcosmo di universale connessione. L'ascesa a Dio si compie, con l'ausilio dell'intelletto e della volontà, lungo un percorso graduale e parallelo di conoscenza e di amore. Nella Teologia platonica sull'immortalità delle anime (1482), sua opera principale, il platonismo è assunto come il fondamento di una teologia razionale, coincidente con le verità del cristianesimo.