Wittgenstein e il-neopositivismo
- Introduzione
- Ludwig Wittgenstein
- Moritz Schlick
- Rudolf Carnap
- Riepilogando
In sintesi
Redazione De Agostini
Wittgenstein | Wittgenstein non condivide l'interpretazione neopositivista del suo Tractatus logico-philosophicus, letto come la riduzione della filosofia alla logica. |
Lo scopo del "Tractatus" | Il suo intento è piuttosto quello di mostrare che la formulazione dei problemi filosofici "si fonda sul fraintendimento della logica del nostro linguaggio". Allora la pretesa di esprimere i valori dell'estetica e della morale mette capo a proposizioni prive di senso. |
I limiti del linguaggio | Ciò non comporta una svalutazione nichilistica della metafisica e della morale: per Wittgenstein ciò che più importa non si può dire, perché i limiti del linguaggio sono i limiti stessi del mondo. |
Il "secondo" Wittgenstein | Proprio la riflessione sul linguaggio induce Wittgenstein a una revisione delle tesi del Tractatus. |
I giochi linguistici | Il linguaggio è in realtà intessuto di pratiche e di sensi eterogenei: Wittgenstein chiama giochi linguistici quelle famiglie di espressioni che governano il parlare degli uomini. La "sensatezza" che il Tractatus ravvisava nelle proposizioni rispecchianti i fatti del mondo è ora estesa ai vari giochi linguistici che gli uomini praticano. |
Schlick | Inizialmente per Schlick il significato di un enunciato consiste nel suo riferimento a un fatto o a un dato empirico. Dopo la lettura del Tractatus di Wittgenstein si orienta verso la questione delle condizioni di significanza per gli enunciati e verso il problema della struttura e del fondamento della conoscenza scientifica. |
Il principio di verificazione | Egli enuncia il principio di verificazione empirica degli enunciati, che porta a riconoscere come prive di senso gran parte delle proposizioni della filosofia tradizionale e risolve la filosofia nell'analisi del linguaggio delle proposizioni scientifiche. |
L'etica | Procede, inoltre, alla chiarificazione dei concetti etici per liberare anche il mondo morale da espressioni e questioni senza senso. |
Carnap | Nella Costruzione logica del mondo Carnap vuole ricostruire razionalmente la realtà a partire da alcuni concetti fondamentali, che corrispondono ai dati immediati, elementi vissuti ed elementari dell'esperienza. |
Gli "enunciati protocollari" | In seguito abbandona il riferimento a questi dati elementari, affermando che ciò da cui parte la scienza sono gli enunciati protocollari, proposizioni convalidate da dati sottoponibili a un rigoroso controllo intersoggettivo. |
Il principio di convenzionalità | Non esiste un unico linguaggio valido, ma tanti quanti se ne vogliono elaborare in base a determinate regole sintattiche (principio di convenzionalità). |
La confermabilità | Carnap abbandona la verificabilità come unico criterio di significanza degli enunciati, sostituendola con un requisito più debole: la confermabilità. |
Dalla sintassi alla semantica | Nelle opere successive liberalizza ancora di più le proprie posizioni, affermando che il linguaggio è un sistema di atti e comportamenti, il cui significato si determina in relazione a ciò che i soggetti intendono esprimere (semantica). |