La rivoluzione fiorentina
Apertosi simbolicamente nel 1401 con il concorso tra Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti per la seconda porta del battistero di Firenze, il Rinascimento si protrasse fino alla metà del sec. XVI. Si configurò come fenomeno tipicamente italiano e stimolatore di nuove energie, anche se venne a maturazione nel clima generale di rinnovato interesse naturalistico comune a tutta l'arte europea, in particolare parallelamente e in fecondo intreccio con l'umanesimo nordico nato nelle Fiandre.
Il concetto di Rinascimento
Il concetto di Rinascimento come ripresa degli ideali e delle forme dell'arte classica, dopo il Medioevo, trovò la sua esposizione sistematica nell'opera letteraria di Giorgio Vasari (Vite de' più eccellenti architetti, scultori e pittori, edita a Firenze nel 1550), che individuò il germe della rinascita nella pittura di Giotto e nella scultura di Nicola Pisano.
La sintesi di Giotto fu recuperata e superata largamente a Firenze agli inizi del Quattrocento da un architetto, F. Brunelleschi, uno scultore, Donatello, e un pittore, Masaccio. Costoro attuarono una rivoluzionaria trasformazione della concezione e delle funzioni dell'attività artistica: nelle loro mani l'arte, non più attività meccanica, ma intellettuale, diventò strumento di conoscenza e di indagine della realtà, cioè disciplina basata su precisi fondamenti teorici. Tali fondamenti sono riconoscibili per la prima volta nell'invenzione della prospettiva da parte di Brunelleschi. Le possibilità fornite dal mezzo prospettico di misurare, conoscere e ricreare uno spazio a misura umana furono espresse nella nitida scansione geometrica delle architetture di Brunelleschi, nel proporzionato ambito spaziale che accoglie le figure "eroiche" dei rilievi di Donatello e dei dipinti di Masaccio. Questo antropocentrismo, per cui l'uomo è "misura di tutte le cose", rientra nel grande programma di renovatio dell'antichità classica che gli artisti del Quattrocento si proposero di attuare. L'antico tuttavia non fu inteso, in questa prima fase, come un modello da imitare, bensì come coscienza storica del passato, fonte di ispirazione per elaborazioni autonome. In questa linea Donatello risuscitò il nudo classico (David bronzeo del Bargello), ricreò il ritratto romano, realistico ed eroico, ripropose il tema del monumento equestre (Gattamelata a Padova), e su questa linea si mosse tutta la scultura fiorentina del secolo fino a Michelangelo.