L'arte fiamminga
Nella storia dell'arte, l'espressione 'arte fiamminga' viene applicata alle manifestazioni artistiche, specialmente pittoriche, fiorite con ben definite caratteristiche storiche e stilistiche nelle Fiandre (regioni meridionali dei Paesi Bassi e regioni settentrionali del Belgio) a partire dal sec. XV fino al XVII.
L'arte fiamminga ha le sue origini verso la metà del Trecento per il confluire di esperienze del raffinato gotico francese e di influssi senesi sul fondo del vivace naturalismo locale, ma soltanto nel secolo seguente, con Jan Van Eyck (ca 1390 - Bruges 1441, le cui opere più celebri sono i Coniugi Arnolfini (1434, Londra, National Gallery) e la Madonna del cancelliere Rolin (1433, Parigi, Louvre) oltre a numerosi ritratti, si affermò nei suoi caratteri essenziali. La grande protagonista dell'umanesimo fiammingo, che nasce parallelamente all'umanesimo italiano, è la natura, indagata con lenticolare attenzione in tutte le sue particolarità e di cui l'uomo è aspetto fondamentale ma non predominante; e il fattore unificante della visione non è la concezione razionale e geometrica dello spazio, ma la luce, principio stesso della visione, una luce reale e non astratta. Questa poetica venne arricchita dalle ricerche di Robert Campin (Tournai ca 1375 - 1444) identificato con il Maestro di Flémalle; dalle tendenze più drammatiche di Roger Van der Weyden (Tournai ca 1400 - Bruxelles 1464), che si interessò al particolare realistico e all'analisi della psicologia umana unitamente alla sensibilità luministica e produsse un'importante serie di ritratti come Il Gran Bastardo Antonio di Borgogna di Bruxelles e la Giovane donna di Berlino; dall'intimismo di Petrus Christus (Baerle, Gand ca 1410 - Bruges 1472/73); dalla severità morale e dalla luminosità di Dierik Bouts (Haarlem 145 - Lovanio 1475); dall'intenso naturalismo di Hans Memling (Mömligen ca 1435 - Bruges 1494). Un posto di rilievo trova la eterodossa, visionaria arte di Hieronymus Bosch (ca 1450-1516), creatore di un magico e demoniaco mondo di allegorie, visto con spirito critico e moraleggiante.
Intanto, nel corso del sec. XV, la pittura fiamminga aveva esteso il suo influsso a livello europeo, dalla Francia meridionale alla Spagna e al Portogallo (dove Van Eyck viaggiò nel 1428), dai paesi tedeschi alla stessa Italia dove si ricordano i viaggi di Van der Weyden a Ferrara nel 1450, dell'altro pittore Giusto di Gand (attivo tra il 1460-75) a Urbino nel 1473-75, e l'influsso esercitato da opere importate dalle Fiandre come il celebre Trittico Portinari (1476 ca) di Hugo Van der Goes (1435-1482) a Firenze.