Fenomenologia del foliage, un bagno nei colori della natura
I colori della natura in autunno sono così particolari e caldi che boschi e foreste diventano letteralmente magici, perfetti per una malinconica immersione nell'elemento naturale. Oggi parliamo del fenomeno del foliage, incredibile spettacolo autunnale.
Quando la natura inizia a tingersi di rosso, giallo e ocra, ci si arrende all’inizio dell’autunno. Eppure ci conforta il fascino che da sempre emanano ed esercitano su di noi i nuovi colori delle foglie, con il loro cambiamento cromatico. I colori della natura sollecitano i cinque sensi e le nostre sensazioni: un'introspezione che favorisce il benessere mentale ed emotivo, consentendo di prepararsi per l'inverno in modo equilibrato. La bellezza dal risvolto malinconico dell'autunno non è infatti sfuggita a moltissimi artisti e poeti.
"La stagione più dolce, quello che perdiamo in fiori lo guadagniamo in frutti”, scrive Samuel Butler a proposito dell'autunno. Ottobre e novembre sono infatti i mesi del foliage:: giallo, arancione e rosso colorano parchi, giardini e boschi; mentre la luce del sole si spegne progressivamente.
Fenomenologia del foliage
Quando passeggiamo in queste tavolozze di sfumature d'autunno, i nostri sensi subiscono una reazione sinestetica dietro l'altra. Basti pensare che quando vediamo una foglia ocra, la possiamo sentire crepitare, perché al tatto è secca, mica morbida come la rossa o la verde, perché il foliage d'autunno può contare anche sul verde dei sempreverdi. E quando la faccia e i piedi sono umidi perché piove, il naso è investito dal petricore, che è l’odore che si sente durante e dopo la pioggia che interrompe un periodo secco. Ogni albero bagnato emana il suo caratteristico aroma: il carrubo sa di liquirizia e cioccolato e anche il palato è deliziato; o l'alloro e il rosmarino così profumati che si spandono nell'aria circostante, e il primo ci rilassa, il secondo energizza.
Alle prime piogge anche l'udito inizia a risuonare e con esso sono toccati non soltanto i 5 sensi, ma anche le sensazioni: il battere della pioggia ha ispirato la malinconia di tanti artisti, poeti e le loro sensibilità più spiccate, per i quali uno scorcio d'autunno può diventare un momento di quiete, un rifugio per le nostre malinconie o un luogo di speranza.
L'autunno porta con sé la bellezza della natura che cambia colore. Alcuni studi sostengono che la carenza di vitamina D per l'assenza di luce solare, e di melatonina – sostanze importanti per il nostro spirito – possano portare a cali d’umore evidenti. D'altro canto, secondo la medicina cinese, i colori caldi come il rosso e l'arancione possono rafforzare il sistema immunitario e aumentare l'energia vitale del corpo.
D'altronde il rosso è il colore dell'anima, come spiega Ingmar Bergman, che ha ritenuto indispensabile girare in rosso il suo Sussurri e grida: “Io ho sempre immaginato il rosso come l’interno dell’anima. Quando ero bambino vedevo l’anima come un drago di color azzurro-fumo che svolazzava come un’ombra, munito di potenti ali, una creatura per metà uccello e per metà pesce. Ma nell’interno del drago tutto era rosso".
I poeti del foliage
I poeti del foliage sono gli ermetici: Eugenio Montale che nel celeberrimo elenco di quel che gli procura male di vivere inserisce subito nel secondo verso: “Spesso il male di vivere ho incontrato:/era l’incartocciarsi della foglia”. Per non parlare di Giuseppe Ungaretti che vede nei caduti di guerra la caduta delle foglie in autunno “Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie”
Foliage in musica
De Gregori in Povero me scrive: “Povero me, povero me, povero me/ Guarda che pioggia di acqua e di foglie/ Che povero autunno che è”. Nella musica sono tante le canzoni che cantano il foliage. su tutte Autumn leaves che, per la sua struggente melodia e testo fu interpretata da innumerevoli cantanti come Doris Day, Nat King Cole, Frank Sinatra, Grace Jones, Eric Clapton e Bob Dylan, tutti affascinati dall'atmosfera nostalgica che accompagna il sentimento malinconico che fa da sfondo alla melodia e riproduce lo stereotipo dell'associazione tra autunno e amore perduto, forte anche della consonanza tra i termini inglesi “falling in love” – la prima fase dell'amore facile a cadere – e “falling leaves”: “Mi manchi soprattutto quando le foglie d'autunno iniziano a cadere”.
Autunno nell'arte
Uno degli artisti che più fu sensibile alla malinconia dell'autunno fu Vincent Van Gogh, il pittore che fece della natura un vero e proprio stato d’animo da trasformare in opera d’arte. A chiunque verranno in mente i giallissimi girasoli del pittore olandese. Van Gogh seppe rendere il genere del paesaggio così vivo da considerarlo quasi un essere vivente, convinto com'era che si dovesse conoscere profondamente la natura con sincerità e semplicità, come affermò: “Non bisogna copiare la natura, ma conoscerla in modo che il risultato sia fresco e autentico”.
Egli ha rappresentato il ciclo di vita di ogni stagione catturandone la più intima essenza e la più piccola delle variazioni, un viaggio nell’anima della natura ma soprattutto nella propria,e ha riservato un posto speciale proprio all'autunno: “finché ci sarà l’autunno, non avrò abbastanza mani, tele e colori per dipingere la bellezza che vedo”. E, infatti, dedicò alla stagione molte tele, in cui cattura malinconia e nostalgia attraverso il colore. Dal rosso al giallo, dal marrone all’ocra: guardando i suoi dipinti si può sentire il primo freddo dei campi, la fatica dei contadini, i lievi passi delle figure su strade solitarie, l’odore della pioggia, il caldo del sole tenue d’autunno, il rumore delle prime foglie che cadono dagli alberi.
E anche il fenomeno del foliage lo attrasse al punto da studiarlo nel capolavoro Foglie che cadono. Les Alyscamps del 1988, di cui fa 4 versioni. Les Alyscamps è una delle vecchie strade di accesso ad Arles, un lungo viale di pioppi, fiancheggiato da tombe di epoca romana e paleocristiana, per fare una passeggiata. Il viale, messo in tipica prospettiva da stampa giapponese, rappresenta il luogo ideale per fare una passeggiata intima a braccetto tra foglie che cadono. Gli alberi erano originariamente viola, ma sono diventati blu per il decadimento del pigmento rosso nella vernice.
Lungo il filare passeggiano due figure, a sinistra ci sono “un vecchio compagno e una donna grassa, rotonda come una palla”, rappresentate con linee ben scelte, quasi caricaturali. La terza figura è una giovane donna in rosso, che ritrae una bella ragazza di Arles. E il pittore olandese spiega anche a Pont-Aven al giovane Sérusier come vede questi alberi: “Come vede questi alberi? Gialli, bene metta del giallo, il più bel giallo della sua tavolozza. E questa ombra? Piuttosto blu? la dipinga come dell'oltremare puro, e queste foglie? Rosse, metta del vermiglione”.
L'approccio filosofico
È Bertrand Russell a scoprire nel suo testo I problemi della filosofia che il colore non è qualcosa di inerente all'oggetto, ma qualcosa che dipende dall'oggetto stesso, dallo spettatore e dal modo in cui la luce cade sull’oggetto.
Russell fonda la teoria del dato sensoriale secondo cui ciò che percepiamo non sono gli oggetti in sé e per sé, ma dati sensoriali. La fenomenologia di ciò che percepiamo, colori, odori, sapori, suoni variamente arrangiati in scene complesse come quelle che esperiamo quotidianamente, e nelle quali siamo costantemente calati non sono altro che la controparte fenomenologica di eventi di natura neuroelettrica e che il rapporto tra proprietà elettriche indagabili sperimentalmente e proprietà fenomenologiche delle quali abbiamo solo un’esperienza soggettiva veda il predominio dell’aspetto fenomenologico.
Foliage: perché le foglie cambiano colore e cadono?
Perché le foglie in autunno dapprima mutano di colore per poi cadere dai rami? Non capita a tutte le piante, ma soltanto a quelle caducifoglie. Il cambiamento di colore dipende direttamente dalla progressiva riduzione della clorofilla, pigmento presente all’interno delle cellule vegetali e concentrata nella parte superiore della foglia, responsabile della fotosintesi. La clorofilla si disgrega e viene riassorbita dalla pianta, al cui interno rimangono i carotenoidi, pigmenti che colorano la foglia di giallo, ocra e arancione. Dopo anche il carotenoide viene disgregato e riassorbito e rimangono gli antociani, che le conferiscono il tipico colore rosso o addirittura viola.
Esaurita la clorofilla, le foglie rischiano di diventare un peso inutile per gli alberi, che se ne liberano lasciandole cadere per terra. La loro funzione, tuttavia, non è del tutto compiuta: decomponendosi sul terreno, le foglie si trasformano in humus, rendendo fertile e ricco di sali minerali il terreno intorno alla pianta. Con la perdita delle foglie – che inizia dall’alto della chioma, perché la linfa scorre più lentamente – la pianta non muore, ma si riposa e si rigenera, preparando il suo futuro rinascere.
La malinconica natura autunnale
Con l'autunno la natura si dipinge di foglie rosse, di anemoni e camelie, di bacche e ricci di castagne, dell'uva americana e degli alberi carichi di cachi. Anche l'orto regala ortaggi dai sapori antichi e un po' desueti: cavoli, broccoli, verze e zucche, piccoli peperoni verdi e tenero soncino, l'ultima insalata della stagione. L'autunno, infine, è la stagione delle brinate e dei primi freddi, quando si prepara la legnaia con le scorte per l'inverno: una legnaia vuota è malinconica e triste.
La malinconia si accompagna a un sentimento di struggente nostalgia, quella che in portoghese denominano saudade: un sentimento di nostalgico rimpianto, di malinconia, di gusto romantico della solitudine, accompagnato da un intenso desiderio di qualcosa di assente. Per tanti la nostalgia è per la stagione calda, perché significa ferie, più tempo con la famiglia, mare, e sole, la mancanza di luce è talmente avvilente che gli esperti consigliano di cercare il giallo d'autunno: consumando i prodotti di stagione, di un bel colore giallo e stimolante, come zucche, cachi, mele, pere, castagne, funghi. Sino a vestirci di giallo: dal momento che il sole si spegne, riaccendiamolo con i colori più luminosi, che aiutano l’umore e ci fanno stare meglio.
Canta la prima strofa di Autumn leaves: “Le foglie autunnali sono rosse e dorate/Vedo le tue labbra, i baci estivi.//Le mani bruciate dal sole che tenevo/da quando te ne sei andato, i giorni si allungano/e presto ascolterò la vecchia canzone invernale”.
Hanno scritto Klibansky, Panofsky e Saxl in Saturno e la Malinconia: “La bile gialla imita il fuoco, aumenta in estate, domina nell’adolescenza. La bile nera ovvero la melanconia imita la terra, aumenta in autunno, domina nella maturità”.
Tutti i colori della natura autunnale
I colori della natura sono così tanti che spesso li definiamo con il nome di una pianta, di un animale o di un minerale. C'è un legame inscindibile e primordiale tra colori e natura. Basti pensare che la porpora che fece la ricchezza commerciale dei fenici veniva dalla secrezione di un umile mollusco, il murice. Così come la tavolozza del pittore la fa proprio la natura: 300mila anni fa, l’uomo dipingeva il proprio corpo con l’ematite, i pittori del Paleolitico avevano a loro disposizione 3 pigmenti: il nero del carbone, il rosso dell’ematite e l’ocra dell’ossido idrato di ferro. Gli Egizi erano già in grado di produrre il colore blu dalla fusione di sabbia bianca con malachite e gesso o dai preziosissimi lapislazzuli provenienti dall’Afghanistan.
Con il Rinascimento, i gialli erano a base di piombo e di arsenico, i verdi provenivano dal rame e i rossi vermiglione e cremisi erano estratti dagli insetti, anche il proverbiale rosso Tiziano era ottenuto miscelando i vari ossidi di ferro; la terra di Siena dava l'ocra quando naturale, il bruno se bruciata.
Visto questo stretto legame natura-colori scopriamo i colori del foliage, le loro sfumature e il loro rapporto con gli elementi naturali.
- I gialli delle prime foglie cadute sono quelli ricavati da bucce d'arancia amara e tralci di gelsomino le note tropicali ricavate dalle gardenie e quelle legnose del sandalo a bilanciare questa sintonia d'aromi.
- L'arancione nel turbinio delle foglie d'autunno assapora le labbra come un ultimo sorso d'estate; il rosso degli antoniciani porta alla mente un altro agrume della stagione, il melograno. Le scorze di melograno, ricche di tannini, sono la fonte di alcuni tra i colori naturali più stabili per tingere, nonché mordenti per fissare meglio altre tinture su fibre naturali, cotone, lino, canapa.
- Ma c'è anche tanto verde nell'autunno: dagli ortaggi della stagione autunnale, come i cavoli e le biete, il verde della mela nel frutteto, il verde dei sempreverdi, pini, abeti, e il soffice mistero del muschio nonché il verde mormorio della foresta nella pioggia. Il verde delle felci, da cui si ricavano tonalità di rosa caldo, ocra e marroni rossicci.
Il legame di colori ricavati dalle piante e dagli insetti del deserto resistenti alla siccità danno fantastiche sfumature i fichi d'India, la cocciniglia del carminio, la salvia del deserto e il cespuglio di creosoto da cui si ricavano tinte che possono variare dal dorato all'arancione chiaro fino al verde e grigi scuri.
- C'è infine il marrone di tronchi di alberi centenari, micro ecosistemi, delle castagne, delle ghiande, delle pigne, il marrone della terra umida di pioggia e grassa per raccogliere il seme di un campo appena arato. Alcune pigne di abete rilasciano toni rosa di cipria, aggiungendo del ferro producono viola e verdi più scuri; rami, pigne e la corteccia di tante varietà di abete producono una vasta gamma di colori,i rami per esempio danno materiale per creare splendide tinte solitamente da gialli a verdi freddi, grigi, blu e persino neri.
Le erbacce racchiudono possibilità meravigliose se usate come fonte di colore. Con l'ortica, per esempio, si creano splendide tavolozze di colori dal verde chiaro al grigio verde intenso, o ricchi e terrosi marroni-verdastri.
La frutta e la verdura di stagione si sono fatti carico di proteggere la biodiversità che essi rappresentano con tutti i loro colori, sapori e la loro bellezza. Si pensi a quella tavolozza di colore che è il carciofo, con una testa di colore violetto, che resiste bene sia al caldo che al freddo; dalle foglie e dai gambi si producono notevoli quantità di scarti alimentari che possono diventare ottime basi per tinture dal giallo fulvo al cachi verde scuro.
Laura Cusmà Piccione
Foto di apertura 123rf