insilaménto
sm. [sec. XIX; da in-2+silo]. Procedimento usato in agricoltura per trasformare le erbe foraggere verdi o semiessiccate e altri prodotti vegetali freschi in foraggi succulenti conservabili per un periodo di tempo indeterminato. L'insilamento si basa su un processo di fermentazione lattica che interviene a carico delle sostanze zuccherine contenute nei vegetali se questi vengono ammassati in adatti contenitori (sili) nei quali, a causa della totale mancanza di aerazione, dopo un breve periodo di attività respiratoria della massa, che esaurisce rapidamente l'ossigeno presente, si viene a determinare un ambiente asfittico per saturazione dell'atmosfera con CO₂. In questo ambiente si innesca la trasformazione (operata dai Lactobacilli, anaerobi) degli zuccheri in acido lattico che, acidificando l'insilamento a pH 4, agisce come antisettico e, se l'operazione è condotta con le dovute precauzioni, è in grado di impedire l'instaurarsi di altre fermentazioni nocive, di tipo butirrico o putrefattivo, assicurando così la preservazione del prodotto per un lungo periodo di tempo. L'insilamento offre considerevoli vantaggi sulla fienagione, dal momento che, oltre a limitare sensibilmente la perdita di valore nutritizio che accompagna quest'ultima e a permettere la conservazione di prodotti vegetali che non possono essere trasformati in fieno, dà la possibilità di disporre anche nel periodo invernale di foraggi succulenti, cosa particolarmente importante nell'allevamento dei bovini da latte. § Secondo il tipo di produzione foraggera utilizzata sono stati studiati diversi metodi di insilamento, i più importanti dei quali sono quello relativo all'impiego di erba semiessiccata (generalmente costituita da Leguminose o miscugli di Leguminose e Graminacee); quello adatto ai foraggi zuccherini (erbai di mais e sorgo); e quello che utilizza i foraggi verdi ottenuti da erbai o prati comuni. Nel primo sistema il materiale viene sottoposto a parziale essiccamento (fino al 40-50%), disposto a strati in contenitori di vario tipo (sili a torre, a fossa, ecc.) e quindi a energica compressione mediante coperchi o altri dispositivi, per scacciarne per quanto possibile l'aria. È il metodo più semplice e sicuro, che nondimeno fornisce un prodotto altamente nutritivo, il quale prende il nome di fieno-silo. Nel secondo tipo di insilamento le piante di mais o di sorgo, falciate in uno stadio di maturazione relativamente avanzato (stadio intermedio fra la maturazione lattea e quella cerosa dei granelli), vengono introdotte allo stato fresco nei contenitori e non compresse, per cui i sili possono essere senza coperchio e della più svariata foggia (è anche possibile procedere all'insilamento ammucchiando semplicemente il prodotto sul terreno e ricoprendo successivamente i cumuli con strati di paglia e terriccio, fogli di polietilene, ecc.): questi prodotti, infatti, si prestano ottimamente all'insilamento in quanto, essendo ricchi sia di sostanza secca (35%) sia di zuccheri, posseggono le caratteristiche intrinseche ideali per indirizzare nel senso voluto i processi fermentativi. Nell'insilamento dei foraggi allo stato verde, al contrario, le difficoltà da superare per determinare un corretto processo fermentativo sono assai maggiori, per cui ai normali accorgimenti (trinciatura dei foraggi, esclusione dell'aria, ecc.) si aggiungono varie forme di intervento diretto, come l'impiego di additivi zuccherini (melasse di barbabietole o di canne, polpa di bietole, ecc.) o anche (metodo finlandese) di soluzioni acide a base di acido solforico o cloridrico che inibiscono l'instaurazione di fermentazioni dannose, specialmente butirriche, e favoriscono quella lattica.