idràcido
sm. [sec. XIX; da idro-+ acido (sostantivo)]. Composto chimico binario, costituito da un elemento non metallico e dall'idrogeno, che presenta carattere acido, ossia in soluzione si ionizza in maggiore o minor misura liberando atomi di idrogeno sotto forma di ioni H+. Tipici idracidi sono quelli che derivano dagli alogeni, ossia l'acido fluoridrico, HF, l'acido cloridrico, HCl, l'acido bromidrico, HBr, e l'acido iodidrico, HI, e inoltre l'acido solfidrico, H₂S. Secondo l'attuale nomenclatura chimica, questi composti, che allo stato puro e a temperatura ambiente sono tutti gassosi e costituiti da molecole non ionizzate e quindi prive di carattere acido, devono indicarsi con nomi come fluoruro di idrogeno, solfuro di idrogeno, ecc.; i nomi come acido cloridrico, ecc. devono invece riservarsi agli stessi composti disciolti in acqua o in altri solventi ionizzanti, nei quali essi sono dissociati in ioni. Tale nomenclatura, pur presentando lo svantaggio di indicare un medesimo composto con nomi diversi secondo le condizioni nelle quali esso si trova, ha però il pregio di esprimere il fatto che il composto presenta in realtà struttura e proprietà del tutto diverse secondo che esso si trovi allo stato di gas puro oppure sia disciolto in un solvente ionizzante. I sali che derivano dagli idracidi per sostituzione dei loro atomi di idrogeno con atomi di metalli si indicano con nomi nei quali la desinenza -idrico del nome dell'idracido viene sostituita con quella -uro: così, dall'acido cloridrico derivano cloruri come quello di sodio, NaCl, e dall'acido solfidrico i solfuri, come quello di calcio, CaS. Nel gruppo degli idracidi si includono anche i composti che derivano dall'unione dell'idrogeno con i gruppi che si indicano con il nome di pseudoalogeni per le loro proprietà chimiche simili a quelle dell'atomo degli alogeni; le proprietà di tali composti sono simili a quelle degli idracidi veri e propri, come per esempio quelle dell'acido cianidrico, HCN, dal quale derivano i cianuri, per esempio quello di potassio KCN, e l'acido azotidrico, HN₃, dal quale derivano gli azoturi, per esempio quello di sodio, NaN₃.