solvènte
sm. [sec. XVIII; ppr. di solvere]. Qualsiasi sostanza capace di disciogliere un'altra, detta soluto, con conseguente formazione di una soluzione. § Comunemente si dà il nome di solvente a un liquido che discioglie una o più sostanze solide, liquide o gassose. In teoria tutti i liquidi sono capaci di disciogliere qualunque sostanza; in molti casi però alcune sostanze in determinati solventi risultano solubili in quantità così basse da potersi considerare praticamente insolubili. I solventi appartengono a svariate classi di sostanze organiche e comprendono quindi idrocarburi, composti clorurati, alcoli, chetoni, esteri, eteri e, per qualche applicazione, nitroparaffine, ammine e altri prodotti organici. Data l'ampia possibilità di scelta, è quasi sempre possibile trovare il solvente più adatto a qualsiasi tipo di composto chimico. Le caratteristiche più importanti dei solventi sulle quali si basano i criteri di scelta nelle applicazioni sono: la tensione di vapore, la temperatura di ebollizione, il calore di vaporizzazione, l'infiammabilità, l'immiscibilità con altri liquidi, l'esplosività, la tossicità ecc. I campi di applicazione dei vari solventi sono numerosi: dall'industria delle vernici a quella della gomma e delle materie plastiche, dall'industria delle fibre tessili a quella dei grassi, degli esplosivi, della separazione di miscele di composti organici o inorganici ecc. Si dicono selettivi quei solventi in grado di sciogliere solo determinati composti contenuti in una miscela: vengono utilizzati in petrolchimica e in farmacologia per eliminare impurezze nei prodotti trattati. Al contrario, le miscele di solventi che fra loro non sono miscibili vengono dette solventi doppi e servono in genere nella raffinazione dei lubrificanti. Alcuni solventi hanno la proprietà di associare ai propri ioni e molecole ioni e molecole del soluto grazie alla presenza, nelle proprie molecole, di un dipolo elettrico, come è il caso dell'acqua.