èstere
Indicesm. [sec. XIX; dal tedesco Ester]. Composto chimico che deriva dagli acidi inorganici e organici o dagli alcoli per sostituzione dei loro atomi di idrogeno ionizzabili con due radicali alchilici o arilici. Così, per esempio, dall'acido solforico, H₂SO4, derivano, per sostituzione di uno o di ambedue gli atomi di idrogeno, esteri come il solfato monometilico, CH₃HSO4, e il solfato dimetilico, (CH₃)₂SO4, dall'acido acetico CH₃COOH estere come l'acetato di etile, CH₃COOCH₃, o l'acetato di fenile, CH₃COOC6H5. La nomenclatura degli esteri è quindi del tutto analoga a quella dei sali, per esempio gli esteri dell'acido acetico si immaginano corrispondenti ai sali di questo acido, come l'acetato di sodio, CH₃COONa: tuttavia, mentre i sali sono composti a carattere ionico, gli esteri sono composti di natura covalente, ossia non si scindono in ioni neppure in modesta misura. Gli alcoli polivalenti, e cioè gli alcoli che presentano nella loro molecola due o più gruppi alcolici, possono dar luogo a monoesteri, a diesteri, ecc., secondo il numero dei gruppi alcolici esterificati: così dal glicol etilenico derivano con l'acido acetico un monoacetato e un diacetato:
Gli esteri si possono preparare con metodi diversi, ma quello più importante si basa sulla reazione tra l'alcol e l'acido corrispondente, attraverso la reazione di equilibrio detta esterificazione:
La formazione dell'estere è accelerata dalla presenza di un acido forte, come il solforico o il cloridrico, e si completa eliminando l'acqua che contemporaneamente si forma, per esempio assorbendola mediante un agente disidratante. Gli esteri sono una classe di composti diffusissimi in natura e in essa rientrano tra l'altro i trigliceridi dei grassi di tutti gli organismi animali e vegetali. Altri esteri, preparati per sintesi, sono invece importanti dal punto di vista tecnico, come per esempio gli acetati di etile, di butile, di vinile, ecc., tra l'altro largamente usati come solventi e nella preparazione delle materie plastiche.