fognatura

sf. [sec. XVI; da fognare1]. Insieme delle canalizzazioni (fogne) e delle opere necessarie per raccogliere, evacuare e depurare le acque di scarico prodotte in una determinata area. I tipi di fognatura si distinguono principalmente in base alla natura delle acque che raccolgono. Queste si possono suddividere in: acque meteoriche, dette acque bianche, perché contengono piccole quantità di impurezze, il cui volume (effluente bianco) dipende dai valori della pluviometria; acque di rifiuto, dette acque nere, perché in esse sono presenti rifiuti organici, di lavorazioni industriali, ecc., il cui volume (effluente nero) è proporzionale, in linea di massima, alla quantità di acqua consumata. Se le acque, dette complessivamente effluente urbano, vengono convogliate insieme si ha il tipo di fognatura detto semplice o misto o anche alla romana; se vengono convogliate separatamente si ha il tipo doppio o separatore. In ogni caso la rete delle canalizzazioni di fognatura si distingue in rete privata e rete pubblica. La prima è costituita da una rete verticale (tubazioni di ventilazione e di scarico degli apparecchi igienico-sanitari) e da una orizzontale (tubazioni, dette fognoli, di raccolta e di immissione nella rete pubblica). La rete pubblica si ramifica localmente in canali secondari, che collegano le reti private, dai quali le acque si scaricano nei collettori o grandi canali, spesso collegati a scaricatori di piena che hanno il compito di ridurre la portata quando essa supera determinati valori, e da questi negli emissari, che le conducono lontano dall'abitato. La rete pubblica è collegata alla superficie mediante pozzetti di raccolta delle acque meteoriche, che costituiscono contemporaneamente una chiusura idraulica e un ostacolo alla caduta di materiali solidi quali terra o sabbia, e mediante pozzetti di ispezione, disposti in corrispondenza di variazioni di direzione o di diametro della canalizzazione. In relazione alla portata, quindi alla velocità delle acque e alla natura di queste, si stabiliscono le dimensioni e la forma della sezione dei canali e il tipo di materiale di rivestimento. Dalle sezioni circolari dei canali secondari, realizzati in grès o in cemento, si passa così alle sezioni ovoidali o policentriche dei collettori (dette anche a berretta per il particolare profilo). Questi ultimi sono a volte attrezzati con banchine di ispezione che hanno larghezze fino a 5 m e sono in muratura rivestita in malta idraulica o in cemento; in genere la parte inferiore del canale (cunetta di scolo) viene ricoperta di grès per difenderla dall'aggressione chimica e dal processo di abrasione da parte dei rifiuti solidi. La distribuzione (rete) dei condotti dipende essenzialmente dalla struttura urbanistica dell'abitato e dalla conformazione e composizione del terreno. I principali tipi di rete sono: perpendicolare, a collettori paralleli, a ventaglio, radiale, a terrazzi. Il deflusso delle acque avviene in genere a scolo naturale, cioè per gravità: nelle zone in cui ciò non è possibile si attua lo scolo artificiale, mediante impianti di sollevamento; in zone assolutamente pianeggianti si deve far ricorso a impianti di aspirazione. L'effluente urbano può essere versato direttamente nel mare o in grandi laghi quando essi si trovino a breve distanza dalle città e soprattutto abbiano un volume o una portata tali da assicurare una forte diluizione e, conseguentemente, una rapida autodepurazione dello scarico. Se il versamento diretto non è possibile, si deve ricorrere al versamento, previa depurazione, in un corso d'acqua prossimo, ovvero nella falda idrica sotterranea dopo filtrazione effettuata entro idonee camere di depurazione (per esempio pozzi perdenti, ecc.). Il problema sempre più grave dell'inquinamento, conseguente alla concentrazione delle industrie e al rapido incremento delle aree urbane a esse correlate, impone la sistematica depurazione delle acque di rifiuto, sia mediante impianti terminali, sia eseguendo trattamenti diretti sugli scarichi industriali prima della loro immissione nei collettori.