Lessico

sm. [sec. XIII; latino factor-ōris, fabbricatore, creatore].

1) Chi fa, creatore, artefice: il supremo Fattore, Dio.

2) Chi dirige un'azienda agricola, amministrandola per conto del proprietario; anche f. (-a, -éssa), moglie del fattore. In diritto il fattore è equiparato al locatore di opere ed è investito dal padrone del fondo del diritto di rappresentanza presso terzi per quanto concerne l'azienda. Il Codice Civile lo equipara a un impiegato dirigente.

3) Ogni causa o circostanza che concorre a determinare un effetto: fattore di progresso, fattore climatico, fattore ereditario; fattore ecologico o ambientale, ogni fenomeno che condiziona e regola la vita di un organismo; fattore di produzione, beni e servizi impiegati per produrre altri beni; fattore dell'educazione, insieme delle condizioni (o cause) che concorrono alla produzione dei fatti educativi. Nel linguaggio sportivo, fattore campo, il vantaggio che il campo da gioco di casa e l'incitamento del pubblico amico esercitano sullo svolgimento di una partita.

4) Nell'analisi fattoriale, elemento comune alla base del rendimento in diverse prove, che ne giustifica la correlazione.

5) In biochimica, termine generico per indicare una sostanza, che favorisce o provoca una determinata azione fisiologica, di cui non è ancora nota la composizione o l'effettivo meccanismo d'azione. Il termine è quindi usato provvisoriamente ed è sostituito da una denominazione più propria non appena è stata accertata la natura della sostanza. Così, per esempio, fattore liposolubile A è stato usato per axeroftolo; fattore Rh per sistema o antigene Rh; fattore VII della coagulazione del sangue per proconvertina, ecc.

6) In matematica, ciascuno dei termini di una moltiplicazione; decomposizione in fattori di un numero, decomposizione in fattori di un polinomio.

7) Nel linguaggio scientifico e tecnico, rapporto tra due grandezze omogenee. In particolare: A) fattore di assorbimento, fattore di riflessione, con riferimento all'incidenza di un fascio luminoso su un elemento di superficie di una sostanza, misurano il rapporto fra il flusso luminoso assorbito, o riflesso, e il flusso luminoso incidente. B) In aeronautica, fattore di carico, rapporto tra il carico che può manifestarsi, per effetto di manovre o della turbolenza atmosferica, su un aereo e il corrispondente carico che si riscontra in condizioni di volo stazionario, rettilineo e uniforme. C) In edilizia, fattore dinamico, coefficiente che permette di trasformare, in fase di calcolo, un carico agente dinamicamente in uno statico equivalente, senza peraltro modificare gli effetti prodotti dal carico reale. D) In elettrotecnica, fattore di avvolgimento, fattore di passo, vedi avvolgimento; fattore di forma.

Biologia

I fattori di crescita costituiscono una classe di polipeptidi deputati a stimolare la crescita di specifiche cellule. Alcuni di essi (fattore di crescita nervosa) sono attivi nella parte iniziale della vita e si attenuano o cessano poi al raggiungimento dello sviluppo corporeo. Altri, come i fattori di crescita emopoietici o immunologici, restano attivi per tutta la durata dell'esistenza. Sono assimilati, per alcuni versi, agli ormoni polipeptidici. Rientrano nella categoria delle citochine. Tra i più noti sono: fattori di crescita nervosa (NGF); fattori di crescita dell'epidermide (EGF); fattori di crescita dei fibroblasti (FGF); fattori di crescita di derivazione piastrinica (PDGF); fattori di crescita per i globuli rossi(trombina, eritropoietina); fattori di crescita per le piastrine (trombopoietina); fattori di crescita per le cellule staminali, per i progenitori delle linee linfoide e mieloide e per i mastociti (SCF); fattori stimolanti le colonie del midollo osseo (CSF), che intervengono nelle fasi iniziali dell'emopoiesi e che comprendono i fattori di crescita dei granulociti (G-CSF), dei monociti (M-CSF), dei mastociti (GM-CSF). I fattori di crescita sono implicati in numerosissime attività dell'organismo: dalla crescita delle fibre nervose (NGF) alla cicatrizzazione (EGF, FGF), dall'angiogenesi (FGF) all'organogenesi. Inoltre sono implicati in fenomeni infiammatori e di cancerogenesi. Tra i fattori di crescita sono annoverate anche molte interleuchine. § Fattori di necrosi tumorale, detti anche TNF (Tumor Necrosis Factor), appartengono alla classe di citochine e intervengono sia in azioni citotossiche nei confronti di alcuni tumori, sia in un ampio ventaglio di attività. Si conoscono due tipi di TNF, l'alfa e il beta che, pur avendo strutture diverse, hanno effetti sostanzialmente analoghi. Scoperto negli anni Ottanta, il TNF è secreto dai macrofagi e dai linfociti T e deve il suo nome alla prima proprietà individuata, cioè quella di necrotizzazione (distruzione) di alcuni tumori. Tuttavia, anche se questa capacità è stata ridimensionata dalle scoperte successive, il nome è rimasto. Il TNF si rivela implicato in innumerevoli altre attività: nella mediazione degli effetti dello shock settico, una complicazione spesso mortale che interviene nel corso di gravi infezioni batteriche; in malattie autoimmuni, come artrite reumatoide, morbo di Crohn (infiammazione cronica dell'intestino), e nella sclerosi multipla e nell'ipertrigliceridemia. In seguito a tali scoperte sono stati messi a punto anticorpi anti-TNF, sperimentati nella terapia delle diverse malattie nelle quali questa citochina è implicata.

Ecologia

Si distinguono generalmente fattori abiotici e fattori biotici. I principali fattori abiotici dell'ambiente sono la luce, la temperatura, l'acqua, l'umidità, la pressione, la densità e viscosità dei fluidi circostanti (aria, acqua); le perturbazioni atmosferiche (per esempio, il vento), che agiscono direttamente provocando disseminazione, impollinazione, ecc., o indirettamente modificando altri fattori ambientali; i fattori edafici (struttura di un terreno, idratazione e composizione chimica di un suolo, ecc.), la salinità, costante o variabile, i cicli biogeochimici dei vari elementi (N, S, C, Na, K, Ca, Mg, P, Si, ecc.), l'ossigeno e i suoi ruoli nella respirazione e nella fotosintesi, la pressione osmotica, i fattori topografici (per esempio, le configurazioni geografiche di date località). Tra i fattori biotici legati alla presenza di altri organismi, animali o vegetali, si ricordano: la concorrenza tra medesime specie o specie diverse per lo spazio e il cibo, la predazione, i meccanismi di impollinazione e di disseminazione nei vegetali, la simbiosi, il commensalismo, il parassitismo, la dispersione di popolazioni (migrazioni), l'accrescimento, il comportamento e, non ultimo, l'azione dell'uomo e degli animali domestici (diboscamenti, sovrasfruttamento di zone a pascolo, inquinamento, ecc.). Un fattore ecologico, indispensabile per la sopravvivenza di un organismo, è detto limitante quando raggiunge un valore minimo vicino al suo punto critico e tende ad assumere la massima importanza, tra gli altri elementi ambientali presenti, nello sviluppo di un dato organismo (legge di Liebig). Inoltre, un fattore può divenire limitante qualora la sua azione si manifesti in modo eccessivo stabilendo un limite massimo di tollerabilità da parte dell'organismo in sviluppo (legge di Shelford o della tolleranza). L'azoto, per esempio, è un elemento indispensabile per i vegetali, ma la sua presenza al di sotto di un dato minimo, così come una sua presenza in eccesso, limita e blocca l'accrescimento e lo sviluppo delle piante stesse. Riguardo ai vari livelli di tollerabilità per un dato fattore ecologico gli organismi si possono definire come steno- o a stretto limite di tollerabilità ed euri- o a largo limite di tollerabilità (per esempio, euritermico, stenotermico, ecc. rispettivamente a largo e a stretto limite di tollerabilità per il fattore temperatura).

Economia

Dal punto di vista economico, sono fattori di produzione tutti quei beni o servizi che sono strumentali alla produzione. Tale nozione è stata utilizzata dagli economisti neoclassici che erano soliti concepire il processo produttivo come un flusso unidirezionale di trasformazione dei fattori di produzione in prodotti finali. Di solito venivano individuati tre fattori di produzione: il lavoro, il capitale e la terra. Successivamente sono stati considerati come fattori produttivi la capacità organizzativa, i prodotti intermedi e l'energia. Tale approccio alla teoria della produzione va distinto dallo schema circolare di produzione, la cui prima elaborazione è dovuta a F. Quesnay, poi diventata punto di riferimento per gli studi della produzione di scuola neoricardiana. In esso cade la distinzione tra fattore e prodotto, e tutti i beni vengono considerati merci. Nella produzione di merci, vengono dunque utilizzate merci; della nuova produzione, parte andrà a reintegrare la capacità produttiva logorata e parte verrà liberata per il consumo e l'investimento. Questa seconda parte rappresenta il prodotto netto o sovrappiù.

Pedagogia

I fattori dell'educazione si distinguono in fattori funzionali e in fattori intenzionali. Con i primi vengono designati tutti gli influssi educativi impersonali di ordine biologico, fisiologico e sociale la cui operatività è assicurata dalla pura presenza materiale. In tale ambito si collocano solitamente l'ereditarietà biologica e costituzionale, l'allevamento, la maturazione fisiologica e psicologica, l'ambiente, ecc. Con i secondi, invece, si intende designare gli agenti educativi personali, contrassegnati cioè dalla razionalità e dalla capacità di determinare consapevolmente le finalità generali e gli obiettivi specifici del proprio intervento formativo (insegnanti, genitori, istitutori, ecc.).

Telefonia

Fattore di interesse telefonico, indice pratico con cui vengono classificate le aree territoriali in base al traffico da smaltire. La valutazione di tale fattore permette di decidere delle priorità da assegnare nello sviluppo degli impianti di telecomunicazioni, del loro dimensionamento iniziale in modo da tenere conto del successivo progressivo aumento di traffico, nonché del dimensionamento dei fasci di linee. Fattore di impegno, indice delle possibilità di smaltimento di traffico di telecomunicazione nelle centrali a commutazione manuale. È definito come rapporto tra il tempo durante il quale ogni operatrice è effettivamente impegnata in operazioni di smistamento del traffico e il tempo complessivo di presenza sul posto di lavoro. Tale fattore permette di valutare sia il rendimento delle operatrici sia l'efficienza dei mezzi di smistamento.

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