ecològico
agg. (pl. m. -ci) [sec. XX; da ecologia]. Che riguarda l'ecologia. § Regole ecologiche, relazioni tra vari fattori ambientali, singoli o associati, e variazioni morfologiche o fisiologiche di alcuni organismi, rilevate su basi statistiche. Le variazioni possono riguardare la taglia, la forma, la colorazione del corpo o determinati aspetti del ciclo biologico. La regola di Bergmann mette in relazione il variare della taglia e del rapporto superficie/peso corporeo di alcuni vertebrati omeotermi con la temperatura ambientale; in particolare, all'interno di una stessa specie, o in specie molto prossime, a parità di altri fattori ambientali (disponibilità di cibo, densità di popolazione, effetti di competizione o di predazione), gli animali delle aree di distribuzione più fredde presentano taglie maggiori. Per esempio, nei pinguini si osserva un progressivo aumento della taglia che è massima in Aptenodytes forsteri, la specie che vive più a sud, in piena Antartide, e che raggiunge la lunghezza di 120 cm; l'estremo opposto è costituito dal pinguino delle Galápagos, Spheniscus mendiculus, con meno di 50 cm di lunghezza. La regola di Allen afferma che si osserva una diminuzione della superficie delle appendici (orecchie e coda) nei Mammiferi distribuiti nelle zone più fredde, rispetto a quelle più calde. Un esempio classico è la variazione graduale della lunghezza delle orecchie e del muso nella volpe polare, nella volpe comune e nella volpe del deserto. La regola di Gloger pone in relazione l'umidità ambientale e la variabilità di colore degli animali; più precisamente, le popolazioni di omeotermi caratteristiche di zone più umide mostrano in genere una tinta più chiara, avendo i tegumenti meno ricchi di melanina. Per esempio, alcuni Mammiferi Insettivori, come le talpe americane del genere Scalopus, hanno popolazioni di colore nerastro nelle regioni a clima prevalentemente piovoso e popolazioni molto più chiare in zone aride. Esempi estremi sono rappresentati dalle livree degli animali deserticoli, a pigmentazione bruno-chiara, giallastra o color sabbia; in questi casi tuttavia si sommano altri meccanismi ecologici, come il mimetismo. La regola di Jordan pone in relazione i caratteri di alcuni pesci Attinopterigi e la temperatura dell'acqua; nell'ambito di uno stesso gruppo, le specie viventi in acque più calde avrebbero un numero di vertebre inferiore a quello di specie di ambiente più freddo. Questa regola, non ancora sufficientemente provata, sarebbe stata constatata soprattutto a causa di differenze alimentari di popolazioni di pesci viventi a diverso grado di temperatura ambientale. La regola di Rensch è una variante di quella di Bergmann che pone in rapporto la temperatura ambientale e la lunghezza delle ali di alcune specie di uccelli; nell'ambito di una medesima specie, le razze distribuite in zone fredde hanno ali più lunghe e più strette rispetto agli individui di regioni più calde. Per esempio, l'allodola Eremophila alpestris del Nordamerica presenta una graduale serie di razze le cui lunghezze alari misurano in media 111,5 mm (razza della Baia di Hudson), 105,8 mm (Kansas), 102,9 mm (Nevada), 98 mm (California). La regola della pelliccia prende in considerazione il pelame dei Mammiferi e il piumaggio degli Uccelli, che sono più densi nei climi più freddi. Un tale ispessimento chiaramente comporta una limitata dispersione di calore, cui contribuisce pure un aumento della taglia e una riduzione delle appendici. La regola della luce mette in relazione l'illuminazione con la pigmentazione. Negli animali caratteristici di ambienti o regioni a debole o scarsa illuminazione (per esempio, gli animali troglobi), la pigmentazione è assente o assai ridotta, rispetto ai loro congeneri a colorazione normale. La pigmentazione dei tegumenti svolge infatti un'azione protettrice sull'organismo, contro le radiazioni nocive e un disseccamento troppo rapido. La regola del vento spiega il fenomeno del microapterismo (ali ridotte) e dell'apterismo (ali assenti) presente in alcuni insetti caratteristici di litorali marini, di piccole isole o di alta montagna, come un adattamento morfologico verso l'azione del vento e altri fattori (un clima invernale rigido, la bassa pressione atmosferica, la scarsità di copertura vegetale, un ambiente fortemente umido), per cui la presenza delle ali diventa inutile o addirittura di impaccio agli animali stessi, adattatisi a una vita essenzialmente terricola.