differenziaménto
sm. [sec. XX; da differenziare]. Il differenziare e il differenziarsi. § In filosofia, secondo Spencer, il processo di articolazione e diversificazione della realtà naturale, in cui consiste l'evoluzione. § In embriologia, processo graduale mediante il quale si formano quelle strutture e organizzazioni complesse tipiche dell'individuo adulto, capaci di vita autonoma, a partire dalla cellula uovo fecondata. Durante lo sviluppo embrionale si verifica prima una fase di crescita, in cui c'è un aumento delle dimensioni e del peso, poi una fase di differenziamento cellulare, mediante la quale le cellule (aventi tutte lo stesso genoma), si specializzano per andare a svolgere funzioni differenti. Con il differenziamento le cellule acquistano tutte le caratteristiche citogenetiche specifiche per la funzione a cui sono state assegnate facendo parte di quel determinato tessuto e organo. È oggi noto che tutte le cellule differenziate di un organismo hanno il medesimo genoma: questo significa che il differenziamento si realizza mediante l'attivazione differenziale di geni specifici nei diversi tessuti. La prima tappa dello sviluppo embrionale è la segmentazione della cellula uovo fecondata in più cellule (blastomeri); segue poi uno stadio pluricellulare (blastula), tipico degli embrioni dei Mesozoi e Metazoi, in cui si ha una differenza di dimensioni e di contenuto citoplasmatico nei diversi blastomeri, con una certa determinazione precoce di territori embrionali. Questi gruppi di cellule, detti anche aree presuntive, sono evidenziabili con tecniche microscopiche avanzate. Se in alcuni embrioni, detti con sviluppo a mosaico, si distrugge uno dei territori, non si svilupperanno più i tessuti e gli organi che da esso avrebbero dovuto derivare, mentre in altri embrioni, fra i quali quelli dei Vertebrati, detti a sviluppo regolativo, si possono sostituire con cellule di zone diverse, per trapianto, gruppi cellulari lesi. Questa intercambiabilità va diminuendo mano a mano che si procede nel differenziamento, in quanto ogni territorio acquista una sempre più specifica potenzialità di sviluppo. Con movimenti migratori di massa (morfocoresi), i territori della blastula si spostano disponendosi in strati monocellulari sovrapposti; è questo il processo di gastrulazione al termine del quale i blastomeri formano tre foglietti embrionali: ectoderma, mesoderma ed endoderma (in alcuni Metazoi inferiori manca il mesoderma). Grazie a questi movimenti anche la forma complessiva dell'embrione cambia e acquista l'aspetto tipico delle differenti specie. Per le proprietà biochimiche acquisite al momento della segmentazione e per l'influenza dei gruppi di cellule vicine, si vanno determinando le funzioni dei vari territori embrionali e si formano gli abbozzi primari dei tessuti, degli organi e dei sistemi con una serie di movimenti morfogenetici quali l'introflessione (o invaginazione o embolia), la schizocelia, movimenti di fila o sticotropismo, l'epibolia. Dagli abbozzi primari si sviluppano i vari organi le cui funzioni e strutture si perfezionano in periodi diversi tanto che, per esempio, in un embrione di rana a termine, gli apparati digerente e respiratorio iniziano a formarsi quando già il sistema nervoso e la muscolatura sono ben differenziati.