Spencer, Herbert
IndiceBiografia e opere
filosofo inglese (Derby 1820-Brighton 1903). Dapprima ingegnere ferroviario e studioso di politica economica, si dedicò poi esclusivamente alla sua vocazione filosofica ed esordì nel 1853 con i Principles of Psychology. Nel quadro di una progettata elaborazione di una teoria generale del progresso umano e dell'evoluzione cosmica e biologica Spencer si propose già dal 1860 l'idea di un vasto e compiuto Sistema di filosofia generale, di cui le sue opere successive costituiscono l'intera articolazione e la progressiva applicazione alle più vaste e diverse branche del sapere: First Principles (1862; I primi principi), la sua opera fondamentale; Principles of Biology (1864-67), Principles of Psychology (1870-72), Principles of Sociology (1876-96; Principi di sociologia). A queste opere vanno aggiunti numerosi lavori minori non direttamente rientranti nello schema generale: The Classification of Sciences (1864), Education: intellectual, moral and physical (1861; Educazione intellettuale, morale e fisica), The Man versus the State (1844; L'individuo e lo Stato), Essays: scientific, political & speculative (1858-63), Facts and Comments (1902; Fatti e commenti), An autobiography (postumo, 1904).
Filosofia: il pensiero
Già dai suoi primi saggi, comunque, emerge con estrema chiarezza l'impostazione fondamentale del suo pensiero, che intende l'evoluzione e il progresso come la legge universale della vita e del cosmo, secondo un movimento generale e progressivo dall'omogeneo all'eterogeneo, anche se la conoscenza delle leggi dell'evoluzione universale non esaurisce la totalità del reale, ma la realtà ultima e assoluta è inconoscibile. Nel riconoscimento che “l'esistenza del mondo con tutto ciò che lo circonda è un mistero che sempre esige di essere interpretato” si incontrano scienza e filosofia. La nostra conoscenza è racchiusa essenzialmente nei limiti del relativo, come relativa è, nei confronti della realtà ultima e inconoscibile, la natura umana; ma pur senza giungere mai a conoscere ciò che è per la sua stessa natura l'inconoscibile, alla scienza umana è possibile muovere continuamente in avanti, attraverso una progressiva inclusione di verità generali in altre verità ancora più generali, e assumendo l'inconoscibilità della verità ultima nel senso positivo di una forza che, come si manifesta nell'evoluzione e nella natura, così stimola positivamente dall'interno il processo della conoscenza. Poste così le basi fondamentali della sua filosofia, Spencer attende alla stesura del suo vasto sistema, come unificazione di scienza e filosofia; la prima giunge alle leggi e alle generalizzazioni dei dati; la seconda è la conoscenza stessa al suo più alto grado di generalità, che unifica così i portati delle singole scienze a sistema generale dell'universo. Nel movimento dell'evoluzione, che è la legge stessa del passaggio dall'omogeneo all'eterogeneo, si manifesta il processo di un continuo passaggio dalla dispersione all'integrazione, alla concentrazione, dall'incoerenza alla coerenza: “da un'omogeneità indefinita e incoerente a un'eterogeneità definita e coerente”. Il tutto in modo necessario, ma secondo una necessità che Spencer interpreta in una prospettiva ottimistica, scorgendo dunque nel processo biologico e umano la stessa legge del cosmo, che è diretta a uno scopo finale buono e positivo. All'interno di questo quadro generale, Spencer delinea la sua biologia che fonda il principio lamarckiano dell'“organo che crea la funzione” con quello darwiniano della “sopravvivenza del più adatto”, concependo la vita come adattamento degli organismi all'ambiente in riferimento all'accumularsi di variazioni funzionali che sempre meglio rispondono alle esigenze ambientali. La stessa legge spiega lo sviluppo della psiche umana individuale e dell'organismo sociale. Lo sviluppo sociale umano – il cui studio descrittivo è il compito essenziale della sociologia – è lento, ma necessario e inarrestabile, in quanto il suo movimento è quello stesso dell'evoluzione cosmica; esso non abbisogna quindi di particolari sforzi per la sua realizzazione, sforzi che anzi finirebbero per sconvolgere temporaneamente le leggi dell'evoluzione e del progresso. Così, per Spencer, il più alto atteggiamento etico per l'uomo è di accettare coscientemente quelle leggi che regolano la vita sua e del suo ambiente, secondo un generale criterio di “adattamento”.
E. Diaconide, Ètude critique sur la sociologie de Herbert Spencer, Parigi, 1938; R. C. Ensor, Some Reflections on Herbert Spencer's Doctrine, Londra, 1946; M. Di Nola, Il presupposto biologico e individualista della sociologia spenceriana, Roma, 1965; L. Linguiti Gennar, Spencer e la teoria evoluzionistica della conoscenza, Lucca, 1991.