chinina
"Per la formula di struttura vedi il lemma del 6° volume." sf. [sec. XIX; da china²]. Alcaloide contenuto nella corteccia di piante della china, da cui si ricava mediante estrazione. Si presenta come una polvere bianca, cristallina, amarissima, scarsamente solubile in acqua, solubile in alcol e cloroformio. La molecola della chinina è costituita da un anello chinolinico e da un anello chinuclidinico uniti mediante un atomo di carbonio asimmetrico che porta una funzione alcolica secondaria "Per la costituzione della chinina vedi la tabella a pg. 296 del 6° volume." . Per la presenza di un centro di asimmetria sono possibili due isomeri ottici, ambedue presenti nella corteccia di china; l'isomero levogiro, corrispondente alla chinina, ha proprietà farmacologiche molto differenti dal destrogiro, detto chinidina. La chinina e i suoi sali idrosolubili (solfato, bisolfato, tannato, etilcarbonato, ecc.) sono intensamente fluorescenti; tale proprietà è molto utile per il dosaggio dell'alcaloide nei materiali biologici. Un'altra importante proprietà della chinina, cioè la capacità di polarizzare la luce, viene sfruttata per la fabbricazione del vetro polaroid. La chinina è stata per molto tempo il farmaco di elezione nella terapia della malaria. L'alcaloide ha infatti potente azione schizonticida, mentre è poco attivo sulle forme sessuate ed esoeritrocitarie del plasmodio. Accanto all'azione antiprotozoaria devono essere ricordati gli effetti antipiretici, analgesici e miorilassanti, l'azione anestetica locale, non sfruttabile in pratica per la concomitante azione istiolesiva sulla cute e sulle mucose. Sul cuore la chinina agisce in maniera analoga alla chinidina, sebbene con effetti meno intensi. Di notevole importanza è anche l'attività stimolante sulle muscolature lisce, in particolare sull'utero. Da tempo la chinina, come farmaco antimalarico, è stata in gran parte sostituita da composti di sintesi meno tossici e provvisti di azione più ampia. Viene ancora usata nella cura delle varici come agente sclerosante, nella miotonia congenita, per attenuare lo spasmo muscolare. Trova inoltre impiego nelle algie muscolari e articolari, nelle nevralgie, negli stati febbrili, ecc. La somministrazione di chinina produce spesso manifestazioni di ipersensibilità, sotto forma di attacchi asmatici o di reazioni cutanee aventi i caratteri dell'orticaria; e se protratta porta al cinconismo, intossicazione cronica caratterizzata da ronzii auricolari, cefalee, vertigini, disturbi della vista che sono espressione di sofferenza del nervo ottico e dei vasi retinici.