bioflavonòide
Indicesm. [da bio-+flavone+-oide]. Composto organico di origine vegetale che esercita nell'organismo azione protettiva sull'integrità anatomica e funzionale dei capillari sanguigni. La scoperta dei bioflavonoidi deriva dalle classiche ricerche di Szent-Györgyi e dei suoi collaboratori sulle funzioni biologiche della vitamina C e, in particolare, dalla osservazione che preparati grezzi di acido ascorbico risultavano più attivi della sostanza pura quando erano utilizzati per prevenire o combattere i disturbi del circolo capillare. In un primo tempo tale azione complementare fu attribuita alla citrina, miscela di sostanze isolate nei limoni, a cui fu dato il nome di vitamina P (P indicante permeabilità). In seguito le stesse proprietà della citrina furono evidenziate in un gran numero di composti naturali strutturalmente derivati dal nucleo fondamentale del flavone
Tutti questi composti vengono definiti genericamente bioflavonoidi o flavonoidi. I bioflavonoidi più studiati sono la rutina, il rutoside, l'esperidina, il luteololo, il cianidolo, il quercitroside, il ramnetolo, il siringidolo. Tali sostanze sono largamente diffuse in natura. Quantità notevoli sono contenute, in particolare, nelle foglie del tè e del tabacco, nel ribes, nel succo e nella corteccia di arance, cedri, mandarini, limoni, pompelmi, ecc. Si ottengono industrialmente dagli agrumi per trattamento con soluzioni di alcali a caldo oppure mediante estrazione con solventi organici miscibili con l'acqua, come l'isopropanolo. Il meccanismo con cui i bioflavonoidi diminuiscono la permeabilità e la fragilità dei vasi sanguigni è tuttora sconosciuto. Secondo l'ipotesi più accreditata essi bloccano nell'organismo la ossidazione dell'adrenalina e di altri agenti umorali che controllano il tono, la permeabilità e il trofismo delle pareti vasali. Ciò sembra avvalorato dal comportamento chimico dei bioflavonoidi i quali subiscono facilmente la rottura dell'anello in corrispondenza dell'atomo di ossigeno e del carbonio in posizione due. I composti risultanti, detti calconi, sono dotati di intense proprietà riducenti. Si ritiene che l'attività biologica dei bioflavonoidi sia strettamente legata alla loro trasformazione in calconi, mentre i composti ciclizzati sarebbero del tutto inattivi. Pur essendo alquanto diffusa la denominazione di vitamina P, i bioflavonoidi non possono essere catalogati tra le vitamine; infatti nessuna sindrome di carenza è stata finora riscontrata nell'uomo o nell'animale di laboratorio; sulla loro indispensabilità nell'alimentazione umana esistono inoltre opinioni molto contrastanti. Preparati contenenti quercitina, esperidina, rutina, ecc. vengono frequentemente adoperati in medicina nel trattamento delle malattie emorragiche capillari e delle vasculopatie degenerative, negli stati allergici, nel diabete, contro l'eritroblastosi fetale e la minaccia d'aborto. Ultimamante è stato proposto di sfruttare le proprietà antiossidanti e antifermentative dei bioflavonoidi per la conservazione degli alimenti e delle sostanze grasse.