ascòrbico
IndiceDescrizione generale
Agg. (pl. m. -ci) [da a- privativo +scorb(uto)+-ico]. Acido ascorbico, sostanza vitaminica di formula
È detto anche vitamina C o fattore antiscorbutico. L'acido ascorbico, isolato dalle capsule surrenali nel 1927 dal chimico A. Szent-Györgyi, è stato la prima vitamina riconosciuta fattore indispensabile per la prevenzione di una specifica sindrome carenziale, lo scorbuto, derivante da una alimentazione basata esclusivamente su cibi conservati. Tale vitamina è infatti molto instabile all'aria e poco resistente all'azione dei principali agenti chimici e fisici, per cui è reperibile in concentrazioni apprezzabili soltanto negli alimenti freschi che normalmente la contengono. Quantità elevate di acido ascorbico sono presenti in vari tipi di frutta (arance, limoni, ribes, frutti della rosa canina, ecc.), nelle foglie fresche del tè e in molte verdure fresche. Ricchi di acido ascorbico sono pure alcuni tessuti animali, in particolare il fegato e le ghiandole surrenali. L'uomo, la scimmia e la cavia sono tra le poche specie animali che ricavano attraverso gli alimenti il fabbisogno di vitamina C, dato che gli altri animali dispongono generalmente di sistemi enzimatici deputati alla biosintesi della vitamina a partire da un metabolita intermedio del ricambio glicidico, l'L-gulonolattone. Nell'uomo adulto il fabbisogno giornaliero di vitamina C va da 1 a 2 mg/kg di peso corporeo e aumenta fino a 25-30 mg/kg nell'infanzia o nel corso della gravidanza. Sotto il profilo clinico la carenza di acido ascorbico che determina lo scorbuto ha oggi soltanto un interesse storico; non sono rare, invece, alcune forme precarenziali caratterizzate da astenia e inappetenza, prodotte nel bambino da un'alimentazione lattea realizzata esclusivamente con l'alimento bollito e nell'adulto da diete a base di cibi scatolati o conservati, povere di frutta e di verdura fresche. L'acido ascorbico ha una funzione essenziale nel metabolismo delle cellule in quanto interviene nella sintesi delle proteine strutturali e garantisce la formazione del materiale cementante intercellulare a livello dell'endotelio vasale. Tali funzioni chiariscono il significato e l'origine di alcune manifestazioni carenziali, quali i difetti dell'ossificazione e della dentizione, la fragilità dei capillari sanguigni, l'insufficiente ematopoiesi, la lenta cicatrizzazione delle ferite, ecc. La vitamina C interviene inoltre nella sintesi degli ormoni corticosteroidi e protegge dalla inattivazione intraorganica le vitamine A ed E. Dal punto di vista dei meccanismi molecolari, l'acido ascorbico è un agente riducente che partecipa alle reazioni di inserzione di gruppi ossidrilici in strutture biologiche. In particolare, sono le sue proprietà riducenti a mantenere in forma ridotta la prolilossidrilasi, enzima deputato al trasferimento di ossidrili sulle numerose proline del collageno. Per questo motivo si sintetizza un collageno anormale che non è più in grado di formare fibrille e che costituisce la base strutturale delle lesioni della pelle e della fragilità dei vasi sanguigni (segni tipici dello scorbuto). È stata evidenziata anche l'esistenza di una stimolazione diretta da parte dell'acido ascorbico sulla sintesi di peptidi del collageno. Le principali reazioni biochimiche facilitate dall'acido ascorbico sono: l'ossidazione della lisina in proteine che forniscono l'ossitimetillisina per la sintesi della carnitina; la conversione dell'acido folico ad acido folinico; l'ossidrilazione della dopamina a norepinefrina.
Applicazioni terapeutiche
Più che ai fini preventivi o curativi di situazioni carenziali, la vitamina C viene oggi largamente impiegata in terapia come “tonico cellulare”, per esaltare cioè i processi di difesa dell'organismo nel corso delle infezioni, durante la gravidanza e l'allattamento, nelle intossicazioni, convalescenze, sforzi fisici intensi, ecc. La vitamina C commerciale è prodotta esclusivamente per sintesi: si ottiene industrialmente a partire dal D-glucosio, il quale viene trasformato in acido 2-cheto-4-gulonico attraverso una sequenza di reazioni chimiche e microbiologiche. Tale intermedio viene successivamente convertito in acido ascorbico mediante trattamento con acido cloridrico a caldo. La vitamina C è una sostanza cristallina, incolore o giallastra, di sapore acido, solubile in acqua e alcol, stabile in ambiente acido, rapidamente ossidata in soluzione alcalina. È un energico riducente: riduce la soluzione di Fehling e le soluzioni di permanganato di potassio. Per il suo dosaggio vengono usati vari metodi colorimetrici, tra i quali si ricordano i procedimenti basati sulla decolorazione del dicloro-2,6-fenol-indofenolo o sulla comparsa di colorazione blu e rossa per trattamento con acido fosfo-molibdo-tungstico e con dinitro-fenilidrazina, rispettivamente. In veterinaria la vitamina fornisce talora risultati favorevoli nel trattamento della sterilità (gatto). Vanno infine ricordati alcuni impieghi extraterapeutici dell'acido ascorbico, per esempio come additivo antiossidante dei prodotti alimentari, per prevenire l'irrancidimento e per migliorare la conservazione della carne.