cianocobalammina
IndiceDescrizione generale
sf. [da ciano-+cobal(to)+ammina]. Nome chimico della vitamina B₁₂. È una polvere cristallina, di colore rosso, stabile al calore e alla luce; si scioglie facilmente in acqua mentre è insolubile in alcol, etere e acetone. Perde l'attività biologica in seguito al trattamento con ossidanti o per contatto con metalli pesanti. Caratterizzano la struttura chimica della cianocobalammina un atomo di cobalto e un radicale –CN, a cui è dovuta la basicità delle soluzioni acquose di cianocobalammina. La formula di struttura corrisponde a quella di un composto tetrapirrolico al quale è legato il cobalto mediante legami di coordinazione; al cobalto sono uniti, inoltre, il ciano-gruppo e una catena formata da acido fosforico, ribosio e benzil-imidazolo. Con il nome di cobalammina si suole indicare la molecola della vitamina B₁₂ privata del radicale –CN. Esistono numerosi composti naturali aventi struttura cobalamminica; essi possiedono strette analogie biologiche con la vitamina B₁₂, dalla quale differiscono strutturalmente per il gruppo funzionale legato al cobalto in sostituzione del ciano-gruppo. Ne sono esempio l'idrossicobalammina (vitamina B₁₂a), l'aquocobalammina (vitamina B₁₂b), la nitrocobalammina (vitamina B₁₂c) che contengono rispettivamente un gruppo –OH, H₂O e –NO₂ legati al cobalto. Altre cobalammine meno comuni sono la dicianocobalammina, la tiocianatocobalammina, la clorocobalammina, la sulfitocobalammina. Un importante analogo strutturale della cianocobalammina è il coenzima B₁₂, nella cui molecola è presente un radicale desossi-adenosinico in sostituzione del gruppo –CN.
Farmacologia
Tale sostanza è largamente impiegata in terapia con indicazioni simili a quelle della vitamina B₁₂. La cianocobalammina è prodotta esclusivamente da microrganismi; le quantità presenti nei tessuti animali sono di origine alimentare oppure prodotto di elaborazione della flora microbica intestinale. Ricchi di vitamina B₁₂ sono il fegato e il rene dei Mammiferi, i tessuti dei Pesci, i Bivalvi (ostriche, mitili, ecc.), il latte, le uova, i formaggi, ecc. La cianocobalammina commerciale si ottiene per via fermentativa mediante estrazione da colture di Streptomyces griseus, lo stesso fungo che produce l'antibiotico streptomicina. Il suo dosaggio viene effettuato con metodi fisici (per esempio spettrofotometria all'ultravioletto), oppure con metodi biologici. Questi ultimi utilizzano particolari microrganismi (Lactobacillus lactis, varianti di Escherichia coli, l'alga Euglena gracilis), la cui crescita è proporzionale alla concentrazione di cianocobalammina nel terreno di coltura. La cianocobalammina interviene nei processi biochimici che regolano l'accrescimento corporeo, l'emopoiesi, il trofismo dei tessuti, e in particolare degli epiteli e delle guaine mieliniche. Stimola inoltre la sintesi delle nucleoproteine e l'attività riproduttiva delle cellule. Nell'uomo adulto il fabbisogno giornaliero medio di cianocobalammina è di 0,1 μg; sale a 0,3 μg nell'infanzia, a 2-3 μg durante la gravidanza e l'allattamento. La carenza di vitamina B₁₂ provoca una sindrome complessa, della quale l'anemia è il sintomo più caratteristico. Nell'uomo lo stato carenziale è legato non tanto all'inadeguata assunzione con gli alimenti, quanto alla carenza del fattore gastrico (fattore intrinseco di Castle) che permette l'assorbimento intestinale della vitamina. Negli stati carenziali all'anemia sono spesso associati disturbi neurologici (degenerazione delle guaine dei nervi) e alterazioni della mucosa gastrointestinale. La somministrazione di cianocobalammina fa regredire immediatamente i sintomi carenziali. L'aumento dell'emopoiesi è rilevabile attraverso la cosiddetta “crisi reticolocitaria”, che consiste nel forte aumento del tasso ematico di globuli rossi di recente formazione (reticolociti). La cianocobalammina viene somministrata in forma pura oppure sotto forma di estratti epatici che ne contengono elevate quantità. Spesso alla vitamina viene associato il fattore intrinseco in preparati medicinali somministrabili per via orale. Al fine di ottenere un effetto antianemico prolungato si adoperano la idrossicobalammina e il coenzima B₁₂, oppure preparati “deposito” di cianocobalammina (soluzioni oleose, complessi di cianocobalammina più zinco e acido tannico). La cianocobalammina viene anche impiegata negli stati infettivi e nelle intossicazioni croniche per sopperire all'aumento del consumo vitaminico. Controversa è l'efficacia della vitamina B₁₂ nella terapia delle neuriti, delle nevralgie, nella sclerosi multipla, nella tireotossicosi.