altimetrìa

sf. [sec. XIV; da alto+-metria]. Branca della topografia che si occupa dei metodi per la determinazione sia della quota di un punto sia della differenza di quota (vedi dislivello) fra due punti rispetto a una superficie di riferimento non necessariamente piana. Nel rilevamento sul terreno l'altimetria può essere determinata con misure dirette o indirette: la misura diretta si effettua con i triplometri (il metodo è detto coltellazione); nella misura indiretta si impiegano il clisimetro con cui si determina l'altimetria attraverso la misura della pendenza, l'ecclimetro con cui si determina l'altimetria attraverso la misura dell'inclinazione, il barometro con cui si effettua una livellazione barometrica, il livello a due stadie orizzontali con cui si effettua una livellazione geometrica, il tacheometro o il teodolite con cui si esegue una livellazione trigonometrica. Nel rilevamento fotogrammetrico l'altimetria è determinata durante la fase di restituzione sui particolari topografici o morfologici del terreno mediante i punti quota e il tracciamento delle curve di livello. Nel rilevamento idrografico l'altimetria dei fondali, meglio detta batimetria, può essere determinata mediante scandagli comuni o a sagola, scandagli meccanici e acustici, ecometri e sonde ultrasoniche. L'impiego dei vari strumenti dipende dalla precisione che si vuole ottenere nella determinazione dell'altimetria. In cartografia l'altimetria si può rappresentare mediante piani quotati, curve di livello o isoipse, curve batimetriche o isobate, tinte ipsometriche, sfumo e tratteggio.

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