Salèrno (città)
Indicecapoluogo della provincia omonima, 4 m s.m., 59,22 km², 140.580 ab. secondo una stima del 2007 (salernitani), patrono: san Matteo (21 settembre).
Salerno. Il quartiere intorno al duomo.
De Agostini Picture Library / A. Vergani
Generalità
Città della Campania situata sulla costa settentrionale del golfo cui dà il nome, alla destra della foce del fiume Irno. Della città romana di Salernum, i cui decumanus maximus e cardo maximus sono ricalcati dalle vie Tasso e dei Canali, sussistono tracce nell'impianto urbanistico del nucleo più antico, sorto sul declivio del colle. A partire dagli ultimi decenni del sec. XIX e soprattutto dall'inizio del sec. XX conobbe un progressivo ampliamento dell'abitato verso la fascia costiera, a W e a SE rispetto al borgo medievale, oltre la linea ferroviaria e sui terrazzi alluvionali alla destra del fiume Irno. Un'intensa fase di riedificazione e un ulteriore incremento urbano si verificarono dopo la seconda guerra mondiale: oggi Salerno è parte integrante di una vasta conurbazione che dalle cittadine della parte nordoccidentale della piana del Sele (Pontecagnano e Battipaglia) si spinge attraverso la piana del Sarno fino all'area vesuviana saldandosi con il conglomerato urbano di Napoli. È sede arcivescovile e universitaria.
Storia
La città (Salernum) venne fondata dai Romani nel 197 a. C., forse sul luogo di un precedente centro etrusco-campano (Irnthi). Subì le invasioni barbariche e fu contesa durante la guerra greco-gotica (535-53). Conquistata dai Longobardi nel 646, fece parte del Ducato di Benevento, fiorendo sotto Arechi II. Divenuta capitale (839) di un esteso principato in seguito alla divisione del ducato longobardo, subì un lungo assedio saraceno (871-872), salvandosi grazie all'intervento dell'imperatore Ludovico II, che ne ebbe la tutela. Riottenuta l'autonomia nel sec. X, divenne lo stato più potente del Mezzogiorno, specialmente con Guaimario V (1027-52), che assoldò i primi mercenari normanni. Sotto di lui Salerno rivaleggiò con la stessa Roma per lo splendore della corte, per l'importanza dei contatti diplomatici e per la sua scuola medica, celebre in tutta Europa. Nel 1076, dopo una strenua difesa, venne conquistata dal normanno Roberto il Guiscardo, che ne riconobbe l'importanza e la elevò a capitale dei propri domini in Italia meridionale. La città continuò a prosperare anche dopo il trasferimento della capitale a Palermo a opera di Ruggero II, restando una delle principali città del regno normanno. Saccheggiata e distrutta dall'imperatore Enrico VI di Svevia (1194), si avviò al declino, interrotto soltanto per un breve periodo, sotto Manfredi, grazie all'opera di Giovanni da Procida. Con gli Angioini (1266) si aggravarono ulteriormente le condizioni della città, che divenne appannaggio degli eredi al trono. Passata con il Regno di Napoli sotto gli Aragonesi (1442), appartenne poi agli Orsini e ai Sanseverino, sotto i quali conobbe un periodo di ripresa e dai quali si riscattò nel 1590. Ostile ai Borbone, aderì alla Repubblica Napoletana (1799) e, dopo la Restaurazione, ai moti del Cilento (1828). Fu liberata da Garibaldi il 6 settembre 1860. Pesantemente coinvolta nella battaglia che accompagnò nel settembre 1943 lo sbarco alleato, da febbraio a giugno 1944 fu sede del governo provvisorio presieduto dal maresciallo Pietro Badoglio. La città fu gravemente danneggiata dal terremoto del 1980.
Arte
Importanti testimonianze degli insediamenti preromani sono in località Fratte; oltre alle due necropoli di epoca etrusca e sannitica (sec. VI-III a. C.), gli scavi hanno portato alla luce resti di edifici databili al sec. VI a. C. e tracce coeve di una cospicua industria ceramica (fornace, cisterna, vasche di decantazione, matrici e scarti di lavorazione). Il monumento più importante di Salerno è il duomo dedicato a San Matteo; fatto edificare da Roberto il Guiscardo nel 1076-85 su un edificio precedente, ma molto trasformato dopo il terremoto del 1688, è preceduto da un atrio sovrastato dal bel campanile romanico e cinto da un portico retto da 28 colonne di spoglio, con archi a tutto sesto; nella facciata neoclassica dell'atrio si apre la cosiddetta “porta dei Leoni” (sec. XI), mentre la facciata vera e propria dell'edificio conserva un bel portale, con battenti in bronzo, suddivisi in 54 riquadri ed eseguiti a Costantinopoli (1099). Nel vasto interno, a croce latina, sono tracce di mosaici bizantini (sec. XI-XIII), due notevoli amboni con sculture e mosaici, un candelabro per il cero pasquale (sec. XI) e il monumento sepolcrale alla regina Margherita di Durazzo (sec. XV). Al periodo medievale risalgono l'Arco di Arechi (sec. VII), l'acquedotto (sec. VIII, restaurato dai Normanni nel sec. XI) e la chiesa del Santissimo Crocifisso (sec. X-XI, rimaneggiata nei sec. XVII e XX), che, nell'abside centrale, ha un grande mosaico (1961), riproducente l'affresco della Crocifissione (sec. XIII), che si trova nella cripta. La chiesa barocca di San Giorgio (sec. VIII, ma in seguito rimaneggiata) ha l'interno a navata unica, con affreschi giovanili di Francesco Solimena e cappelle laterali arricchite da altari in marmi policromi. Il maestoso campanile della chiesa dell'Annunziata, restaurata dopo l'alluvione del 1954, fu eseguito da Ferdinando Sanfelice, al quale si deve anche il progetto di palazzo Genovesi. Sulla cima della collina sorge il castello di Arechi, fondato dai Bizantini e ampliato in età longobarda e normanna: ospita il Museo delle Ceramiche del Castello.
Musei
L'importante Museo Archeologico Provinciale, allestito in un'ala dell'ex convento di San Benedetto, raccoglie reperti preistorici e protostorici provenienti dall'agro picentino. Nel Museo Diocesano è presente una ricca collezione di opere d'arte, tra cui un famoso paliotto in avorio (sec. XII), con il ciclo figurativo (54 scene del Vecchio e del Nuovo Testamento) più importante dell'Italia meridionale. Il Museo della Ceramica “Alfonso Tafuri” raccoglie preziose opere di ceramisti campani dal sec. XVI a oggi. Nella chiesa di San Gregorio ha sede il Museo della Scuola Medica Salernitana, attiva dal sec. IX al 1811.
Economia
L'economia, tradizionalmente basata sull'agricoltura (ortaggi, agrumi, olive, cereali e tabacco) e sulla zootecnia (bovini e ovini), si avvale di una struttura industriale operante soprattutto nei settori alimentare (pastifici, caseifici, aziende conserviere e dolciarie), tessile (lanifici e cotonifici), chimico, cartario, meccanico, metallurgico, vetrario, dell'abbigliamento e della lavorazione del legno, della ceramica e dei materiali da costruzione. Fiorenti sono le attività portuali e commerciali e notevole è l'afflusso turistico, attratto dal rilevante patrimonio culturale e dalle bellezze paesaggistiche della piana del Sele e della vicina Costiera Amalfitana. Di una certa importanza è l'attività peschereccia.
Curiosità
A settembre si svolge il festival Emozioni Teatro. La città diede i natali ai filosofi Giovanni Amendola (1882-1926) e Nicola Abbagnano (1901-1990) e al poeta Alfonso Gatto (1909-1976).