Cilènto
IndiceTerritorio
Regione (ca. 2400 km²) della Campaniameridionale, nel territorio della provincia di Salerno. Estesa tra la piana del Sele a N, i monti Alburni a NE, il Vallo di Diano a E, il golfo di Policastro a S e la costa tirrenica a W, è completamente montuosa, salvo alcune piccole piane costiere. Costituita da calcari e da dolomie, ha una struttura tabulare e un'orografia complicata dalla forte erosione dei corsi d'acqua (Alento, Bussento, Lambro, Mingardo, Peglio, Calore, Solofrone), che vi hanno inciso profondi solchi, e dalla diffusione dei fenomeni carsici. Le cime più elevate sono il monte Cervati (1899 m), il monte Faiatella (1710 m), il Monte Sacro (1705 m) e il Monte Scuro (1610 m). Il litorale si presenta molto accidentato, con promontori rocciosi, piccole baie, pittoresche insenature e strette spiagge sabbiose. Il nome deriva probabilmente da Cis-Alentum (al di qua dell'Alento).
Popolazione ed economia
Centri principali sono Agropoli, Vallo della Lucania e Sapri. Il Cilento è una zona poco popolata ed economicamente povera: la pastorizia, la cerealicoltura (grano duro), le colture arboree, diffuse nelle zone più vicine al mare (olivi, fichi e agrumi) e la pesca sono le risorse tradizionali, oggi affiancate dagli impieghi nella pubblica amministrazione, nel commercio al dettaglio e soprattutto nel turismo. Questo può contare su discrete presenze nella stagione estiva (stazioni balneari note e frequentate sono Agropoli, Palinuro, Marina di Camerota, Sapri) e negli altri mesi sull'afflusso di visitatori attirati dai centri archeologici (Paestum, Velia) e dalle bellezze paesaggistiche e naturalistiche (come la grotta di Castelcivita e le grotte marine di Palinuro), oggi tutelate dal Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Storia
Durante il Risorgimento la regione del Cilento fu teatro di due tentativi insurrezionali. Nel giugno 1828 un gruppo di patrioti, organizzato nella Società dei Filadelfi e guidato dall'ottantenne canonico A. M. De Luca, insorse a Bosco (Salerno) con l'intento di marciare su Napoli e obbligare il sovrano a concedere la Costituzione. Il moto venne in poco tempo represso. Il 17 gennaio 1848, alla notizia dei moti di Palermo, alcuni patrioti di idee radicali e di estrazione borghese come C. Carducci, U. De Dominicis e L. Vinciprova, diedero inizio a una nuova sollevazione occupando numerosi paesi e costituendo un governo provvisorio a Vallo della Lucania; la rivolta fallì per l'indifferenza e l'ostilità delle popolazioni. Nove anni dopo (1857) non ebbe miglior successo la spedizione di C. Pisacane, che si concluse anzi tragicamente con il massacro dei trecento uomini sbarcati a Sapri da parte dei contadini incitati dal clero locale.