Polésine
IndiceTerritorio
Regione del Venetomeridionale, corrispondente in gran parte al territorio della provincia di Rovigo e limitata a E dal mare Adriatico, a N dall'Adige, a S dal Po, mentre a W il confine con le Valli Grandi Veronesi non è ben definito. È interamente pianeggiante, con una leggera inclinazione verso E, e ricca di corsi d'acqua, in gran parte canalizzati per ovviare all'inconveniente delle difficili condizioni di scolo del territorio: tra i canali più importanti, il Canal Bianco, che si origina dal fiume Tartaro e sfocia nell'Adriatico attraverso il Po di Levante; il Canale di Loreo, che unisce il Canal Bianco all'Adige; il Naviglio Adigetto, che a sua volta collega l'Adige al Canal Bianco; e il Collettore Padano Polesano. La pianura è soggetta a un progressivo abbassamento, dovuto alla subsidenza dei depositi fluviali, alla sistemazione idraulica della regione e all'estrazione dal sottosuolo di notevoli quantità di metano. Il clima è di tipo semicontinentale, con inverni freddi e nebbiosi, estati calde e precipitazioni concentrate per lo più nei mesi primaverili e autunnali. Per valorizzare il patrimonio naturalistico del delta padano è stato istituito nel 1997 il Parco Regionale del Delta del Po che, in un suggestivo ambiente caratterizzato dal paesaggio agricolo che sfuma fra lagune, argini, canali e valli di pesca in un mescolio di acque dolci e salmastre, offre lo spettacolo di innumerevoli specie avifaunistiche stanziali o di passo che trovano rifugio nella particolare vegetazione palustre fatta di giunchi e canneti.
Popolazione ed economia
Il Polesine è sempre stato una terra di emigrazione, a causa delle precarie condizioni economiche e del costante pericolo di inondazioni; in particolare dopo la catastrofica alluvione del novembre 1951, quando il Po ruppe gli argini a Occhiobello allagando quasi tutto il territorio e provocando enormi danni, emigrarono ca. 150.000 persone. Oggi il flusso emigratorio è praticamente cessato, ma la bassa natalità e lo scarso apporto dell'immigrazione straniera fanno sì che la popolazione continui a diminuire. I centri principali sono in primo luogo Rovigo e Adria, e poi Porto Viro, Lendinara, Porto Tolle, Badia Polesine, Occhiobello e Taglio di Po. Nell'economia della regione rivestono ancora una notevole importanza l'agricoltura (cereali, barbabietole da zucchero, tabacco e foraggi), e l'allevamento bovino e avicolo; prevale la piccola proprietà nel settore occidentale (Alto Polesine), più elevato e di più antico insediamento, la grande proprietà nella parte orientale (Basso Polesine), più bassa e di più recente bonifica. L'industria è attiva soprattutto nel settore zuccheriero.
Storia
La storia dell'antico Polesine è legata allo sviluppo del suo maggior centro, Adria, notevole emporio commerciale frequentato da mercanti greci ed etruschi. Tra il sec. VI e il sec. IV a. C. la stessa Adria, il porto più fiorente dell'Adriatico, fu il centro amministrativo del Polesine. In espansione fino all'alto Medioevo, la regione entrò in crisi dopo le invasioni barbariche e dopo l'interramento del porto di Adria. Passata agli Estensi (1160), questi la cedettero a Venezia nel 1395 la quale la restituì nel 1438 in cambio di una politica di neutralità in occasione della guerra con i milanesi. Dalla Pace di Bagnolo (1484) fino alla caduta della Serenissima (1797) fu ancora in mano veneziana. Particolare importanza ebbe la regione nell'ambito dei moti risorgimentali che ebbero qui uno dei loro epicentri fino al passaggio allo Stato Italiano, avvenuto nel luglio 1866.
M. Bonetti, A. Broglio, Il Polesine di Rovigo. Guida turistica, Rovigo, 1950; M. Manfredini Gasparetto, Il Polesine. Studio di geografia economica, Padova, 1961; M. Zunica (a cura di), Civiltà del lavoro industriale in Polesine (1870-1940), Rovigo, 1991.