Sabini
(latino Sabīni). Antichissimo popolo dell'Italia centrale, occupante l'area compresa all'incirca tra l'alto Tevere, la Nera e l'Appennino Marchigiano, corrispondente all'incirca alle odierne province di Rieti e Terni. Appartenevano allo stesso ceppo etnico dei Sanniti come è attestato anche da quanto si conosce della lingua che parlavano, apparentata col gruppo osco che a sua volta era affine alla lingua degli Umbri. La necessità di andarsi a rifornire di sale alle foci del Tevere, lungo quella che fu poi chiamata la via Salaria, spinse presto i Sabini a premere a ridosso del Lazio venendo quindi in urto con i Romani: i loro gruppi andati a insediarsi sul Quirinale, colle riguardato dalla tradizione come sabino, si fusero presto con i gruppi latini del Palatino dando insieme origine alla città di Roma: adombrano tale realtà storica la leggenda del ratto delle Sabine che ispirò tanti artisti, pittori e scultori, la figura di Tito Tazio, re assieme a Romolo, e gli altri re Numa Pompilio e Anco Marcio come pure il nome dei Tities proprio di una delle tribù originarie del popolo romano, nonché antiche famiglie sabine di Roma come i Claudi e i Fabi, e i molti tratti del costume, dei culti e riti di Roma di sicura risalenza sabina. I Sabini rimasti nell'entroterra appenninico continuarono anche nel sec. V a. C. la loro pressione sul Lazio, con altre infiltrazioni nella zona tra il Tevere e l'Aniene. La loro sottomissione da parte dei Romani avvenne dopo un lungo periodo di pace, nel 290 a. C. con una campagna vigorosa del console Manio Curio Dentato: sul loro territorio vennero distribuite terre in abbondanza a cittadini romani, ai quali si assimilarono del tutto i Sabini accolti poi nel 268 a. C. nella cittadinanza romana con l'inclusione in due nuove tribù, la Quirina e la Velina.