Palatino, còlle-
Indiceuno dei sette colli di Roma, sulla sinistra del Tevere, costituito in origine dalle alture del Palatino, del Germalo e di Velia. Alto ca. 50 m, deriva il nome da quello della dea Pale, protettrice dei pastori. In latino, Palatium o Mons Palatinus.
Storia
Sul Palatino si sarebbe costituito, a opera di Romolo, il primo nucleo di Roma: gli scavi, intensificatisi dopo gli anni Settanta del Novecento, hanno rinvenuto sulla sommità le tracce di varie capanne (sec. IX-VIII a. C.) e, verso la collina della Velia, resti del pomerio e delle primitive fortificazioni, entrambi della seconda metà del sec. VIII a. C. Sono state così confermate l'esistenza di un primordiale centro autonomo e la sua trasformazione in città fortificata nel corso del sec. VIII. La tradizione ricorda anche due porte, la Mugonia e la Romanula: quest'ultima si apriva sulla strada che scendeva al Tevere, chiamato originariamente Rumon, da cui trasse probabilmente nome la stessa Roma quando le tribù del Palatino si fusero con le comunità degli altri colli in un'unica città. Il Palatino aveva due sommità, Palatium e Germalus: lo spiazzo ai suoi piedi verso N fu denominato forum (parte cioè che sta fuori), destinato a diventare il centro della città dopo il suo sviluppo. Nella topografia sacrale dell'antica Roma rappresentava il centro cosmico della romanità. In tale funzione veniva contrapposto all'Aventino, sede di ciò che, in senso dialettico (ossia con esclusivo riferimento alla realtà romana), si potrebbe definire il “non romano”. I due colli si fronteggiano come si fronteggiavano le due componenti della società romana: i patrizi, che facevano capo al Palatino, e i plebei, che avevano il loro centro sull'Aventino. La centralità cosmica del Palatino era espressa soprattutto dal culto di Vesta: il fuoco perenne che ardeva nel suo tempio e la cosiddetta “Regia”, la sede ufficiale del collegio dei pontefici, erano i simboli della realtà sacrale del Palatino. Nel corso del sec. III a. C. vi furono costruiti i templi della Vittoria e della Magna Mater. A partire dai sec. III-II a. C. le pendici verso il foro furono occupate da case signorili, che sono state in gran parte portate alla luce negli anni Ottanta. Una, in particolare, appartenuta ad Emilio Scuro, è ben nota, attraverso anche le fonti letterarie, per il suo splendore; altre furono abitate da Cicerone, Clodio, Crasso, Ortensio. Augusto, che scelse il Palatino per la sua dimora (scavata presso la cosiddetta “casa di Livia”), vi costruì anche un sontuoso tempio dedicato ad Apollo, di cui restano avanzi. Divenuto sede imperiale, il Palatino fu occupato dai palazzi di Tiberio (ma la Domus Tiberiana, nella zona degli Orti Farnesiani, è di età domiziana) e di Caligola; Nerone vi costruì la sua Domus Transitoria; Domiziano vi eresse il complesso più maestoso, costituito dalle cosiddette Domus Augustana e Domus Flavia, completamente scavate e note (anche se assai lacunose nell'alzato): attribuite all'architetto Rabirio, sono interessanti per le soluzioni funzionali e scenografiche adottate per i vari ambienti. L'ultima grandiosa opera edilizia fu il Septizodium, fronte monumentale eretto ai piedi del colle da Settimio Severo.