Nolde, Emil
pseudonimo del pittore e incisore tedesco E. Hansen (Nolde 1867-Seebüll 1956). Apprendista presso varie fabbriche di mobili (1884-91), frequentò poi corsi di disegno a Monaco e a Karlsruhe e dal 1892 al 1897 insegnò disegno ornamentale presso il Museo dell'Industria e dell'Artigianato a San Gallo in Svizzera. Nel 1897 eseguì il suo primo dipinto, I giganti della montagna; nel 1899, dopo aver lavorato con Hölzel a Dachau, compì il suo primo viaggio a Parigi, dove frequentò l'Académie Julian, ma soprattutto fu attratto, più che dalla pittura impressionista (sulla quale meditò più tardi per trarne interpretazioni in chiave fantastica), dall'opera di Rembrandt, Goya, Daumier e anche Van Gogh. Dal 1901 al 1904 Nolde dipinse giardini fioriti e composizioni di fiori in una presa di coscienza del valore espressivo del colore percepito nei suoi impulsi emozionali; nello stesso periodo compì viaggi in Danimarca, in Germania e in Italia. Tra il 1906 e il 1907 Nolde aderì al gruppo Die Brücke a Dresda. I primi dipinti di soggetto religioso risalgono al 1909: con essi l'artista segnò il suo decisivo e personale contributo all'espressionismo, punto d'arrivo di una ricerca condotta attraverso le influenze di Van Gogh, Munch, Ensor e di Gauguin, nonché dei fauves, sull'assimilazione delle quali l'artista trasformò la sua tavolozza portando il colore puro e irreale a forzature timbriche di violento cromatismo, al di fuori di ogni funzione descrittiva (L'ultima Cena, 1909, Copenaghen, Nationalmuseet; Cristo tra i fanciulli, 1910, New York, Museum of Modern Art). Così liberato, il colore di Nolde si arricchì di nuovi valori, scaturendone espressioni non prive di accenti mistici, destinati a divenire intensa spiritualità nei dipinti realizzati dopo il soggiorno nelle isole del Pacifico, dove trovò nuova ispirazione nella scoperta della natura primordiale e subì l'influsso delle qualità ritmiche e decorative dell'arte primitiva. Stabilitosi a Seebüll nel 1927 fu poi perseguitato dal nazismo ricevendo persino il divieto di dipingere. Ciò che rimase della sua attività pittorica e grafica degli anni di guerra è dovuto a un lavoro svolto in forma clandestina, ma sufficiente per seguire le tappe essenziali della sua coerente evoluzione stilistica (Nel loggione, 1918, Ginevra, collezione privata). La produzione più tarda mostra dipinti di più composta strutturazione compositiva e di più quieta colorazione. A integrare la conoscenza dell'artista, importanti sono gli scritti autobiografici Briefe aus den Jahren 1894-1926 (1927; Lettere degli anni 1894-1926), Das eigene Leben (1931; La propria vita), Jahre der Kämpfe (1934; Anni di battaglia).