Moore, Henry

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scultore, disegnatore, incisore inglese (Castleford, Yorkshire, 1898-Much Hadham, Hertfordshire, 1986). Studiò alla Leeds School of Art e poi al Royal College of Art di Londra, dove in seguito svolse anche un periodo di insegnamento, prima di passare alla Chelsea School presso la quale insegnò scultura dal 1924-25 al 1939. Nei primi anni Venti compì soggiorni in Italia e a Parigi. La sua formazione maturò nell'ambito delle esperienze del cubismo sintetico e, per alcuni aspetti, di quello surrealista. Nel 1928 tenne la sua prima personale a Londra, rivelando nelle opere di quel periodo influenze di Brâncusi e suggestioni della scultura precolombiana. La sua scultura si evolse su costanti nuclei tematici (maternità, figure in riposo, figure in piedi, gruppi di famiglia) disponibili sia all'interpretazione in forme astratte (anni Trenta) sia in immagini figurative (anni Quaranta). Al processo di semplificazione formale (Figura in riposo, 1935; Buffalo, Albright Knox Art Gallery) unì la ricerca di nuovi rapporti tra forma e spazio, tra figura e paesaggio, in una vicendevole fusione (Paniere d'uccelli, 1939, La sposa, 1940; New York, Museum of Modern Art), sottolineata dal proiettarsi di linee di forza alluse mediante l'impiego di corde o di fili di ferro. Prima della guerra fece parte del London Group e del Seven and Five Group. Durante il periodo bellico eseguì, per incarico del War Artist Committee, una serie di disegni (raccolti poi nel Shelter Sketchbook) ispirati alle distruzioni causate dai bombardamenti di Londra. Dopo la guerra l'artista recuperò la forma umana, dando di essa tuttavia una raffigurazione densa di pregnanti significati e di intensa forza espressiva che richiama quei valori di simbolo espressi dalle immagini arcaiche della “dea-madre”; esempio ne è la famosa coppia Il re e la regina (1952-53; Anversa, Middlein Park), la cui monumentalità s'esalta nello spazio aperto del paesaggio, riporta all'imponenza solenne e misteriosa e tragica dei colossi di Memnone a Tebe. La ricerca di maggiori aderenze tra spazio e volume è perseguita dall'artista soprattutto nella perfetta unità delle opere concepite come gruppi di statue separate; mentre l'emergenza dell'intima “vitalità spirituale” è tentata da Moore attraverso lo scavo interiore della forma, che scopre così vuoti e cavità di intensa suggestione. Premiato alla Biennale di Venezia (1948) e a quella di San Paolo del Brasile (1953), l'artista ha tenuto vaste mostre antologiche negli Stati Uniti e in Europa. Della sua attività grafica si ricorda la raccolta di incisioni Elephant Skull e dei suoi scritti d'arte la raccolta curata da Ph. James (Henry Moore on Sculpture, 1966). Dal 1977 ha lavorato periodicamente in Italia, a Forte dei Marmi; nello stesso anno in Gran Bretagna è stata inaugurata la Fondazione H. Moore a Perry Green (Much Hadham), l'amatissima casa-studio dell'artista, sua residenza dal 1940 all'anno della scomparsa. La sua opera continua a suscitare ammirazione e interesse come testimoniano le mostre e le acquisizioni dei grandi musei di tutto il mondo.

H. Read, Henry Moore, Sculpture and Drawings, Londra, 1949-55; W. Grohman, Henry Moore, Londra, 1960; E. Neumann, Il mondo archetipo di Henry Moore, Torino, 1962; P. James, Henry Moore on Sculpture, Londra, 1966; I. Jianou, Henry Moore, Parigi, 1968; A. Garrould, Henry Moore. Disegni, Milano, 1988.

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