fauvismo

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sm. [dal francese fauvisme]. Il termine indica il movimento artistico francese che ricevette il battesimo ufficiale al Salon d'Automne di Parigi del 1905, allorché il critico d'arte L. Vauxcelles definì cage aux fauves (gabbia delle belve) la sala in cui erano esposte le tele d'un gruppo di giovani artisti, alludendo alla loro aggressività cromatica e violenza espressiva. L'appellativo diede il nome al movimento che, privo di vere e proprie basi teoriche, era sorto quasi casualmente dall'incontro fra H. Matisse (che ne divenne guida e caposcuola) e alcuni gruppi di amici: A. Marquet, H. Manguin, Ch. Camoin e J. Puy; A. Derain e M. de Vlaminck; R. Dufy, O. Friesz, G. Braque e infine l'olandese K. van Dongen. Traendo dalle varie correnti postimpressioniste (simbolismo, primitivismo, divisionismo) il gusto per un cromatismo violento e innaturalistico desunto da Van Gogh, costituito da soli colori puri e steso, sull'esempio di Gauguin, à plats di valore fortemente decorativo ma negatore di ogni tridimensionalità, i fauves proclamarono l'autonomia espressiva dell'immagine pittorica di fronte al dato oggettivo; immagine che diveniva l'espressione della vitalistica adesione al sentimento della natura, in cui confluivano l'identificazione romantica e nordica fra arte e vita, e una sensibilità ancora classica per l'armoniosa continuità fra uomo e natura. L'incontro, nel 1901, attraverso Derain, fra Matisse e de Vlaminck, gettò le basi del movimento, che diede però i suoi primi frutti solo nell'estate del 1905, durante il soggiorno di Derain e Matisse a Collioure, in Catalogna, epoca a cui risalgono le prime tele propriamente fauves. Nel 1906, anno di diffusione del movimento, Matisse raggiunge l'apice della felicità creativa in immagini abbaglianti, d'una recuperata dimensione edenica (Gioia di vivere, 1906). Derain a Londra addolcì e raffinò il cromatismo fauve in immagini aeree e memori d'una grafia liberty; Marquet e Dufy in Normandia si volsero alla realizzazione di quadri d'ambiente cittadino; de Vlaminck a Chatou (sobborgo di Parigi) perseverò nella grassa pennellata fiammeggiante, animata da una frenetica energia vitale; Braque e Friesz ad Anversa tradussero gli à plats in toni smorzati, d'una maggiore consistenza strutturale; K. van Dongen a Parigi ritrasse a modo suo gli ambienti notturni dello spettacolo e del piacere. La nascita del cubismo contribuì a disgregare nel 1907 il movimento, alla cui poetica solo Matisse rimase definitivamente fedele.

Bibliografia

D. Diehl, Les fauves, Parigi, 1943; G. Marussi, I Fauves, Venezia, 1950; J. E. Muller, Le fauvisme, Parigi, 1956; A. Salmon, Le fauvisme, Parigi, 1956; L. Vauxcelles, Le fauvisme, Ginevra, 1959; J. P. Crespelle, I fauves, Firenze, 1962; F. Couton, Le fauvisme, Lione, 1979.

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