Gauguin, Paul
IndiceGli esordi
Pittore francese (Parigi 1848-Hiva Oa, isole Marchesi, 1903). Studente a Orléans fino a 17 anni, aiuto pilota su navi mercantili prima e da guerra poi (1865-71), quindi impiegato e abile uomo d'affari in un'agenzia di cambio, Gauguin iniziò la sua parabola artistica nel 1883, abbandonando la sua redditizia attività e gli affetti familiari per dedicarsi completamente alla pittura. Antefatti di questa decisione furono per Gauguin gli incoraggiamenti dell'amico Schuffenecker, la protezione del tutore Gustave Arosa, al quale Gauguin doveva la conoscenza dell'arte contemporanea (Arosa possedeva un'intelligente collezione di opere di artisti del tempo, sull'esempio della quale Gauguin ne costituì poi una propria), l'accettazione di un suo paesaggio al Salon del 1876 e, soprattutto, l'amicizia con Pissarro, che gli aveva fatto conoscere gli impressionisti (assieme ai quali Gauguin espose dal 1880 al 1886).
Paul Gauguin. La bella Angèle (Parigi, Musée d'Orsay).
De Agostini Picture Library/G. Dagli Orti
Paul Gauguin. Donne tahitiane sulla spiaggia (Parigi, Musée d'Orsay).
De Agostini Picture Library/G. Dagli Orti
Paul Gauguin. Villaggio bretone sotto la neve (Parigi, Musée d'Orsay).
De Agostini Picture Library/A. Dagli Orti
Paul Gauguin. Donde veniamo? Che siamo? Dove andiamo? (Boston, Museum of Fine Arts).
De Agostini Picture Library
Paul Gauguin. Racconti barbari (Essen, Museen der Stadt).
De Agostini Picture Library/E. Lessing
Gli anni della formazione
Importante per la formazione dell'artista fu il decennio 1885-95, periodo intenso di vicende e di esperienze diverse, attraverso cui Gauguin maturò il suo stile più personale: i numerosi soggiorni in Bretagna, a Pont-Aven e a Le Pouldu, dove con E. Bernard approfondì e formulò i principi del cloisonnisme e del sintetismo; l'amicizia con Van Gogh; le esperienze di ceramista accanto a E. Chaplet; il viaggio ai Tropici (Panamá e Martinica) nel 1887 con l'amico C. Laval e quello a Papeete e a Mataieu (1891-93); gli incontri con i letterati simbolisti al caffè Voltaire; le mostre al caffè Volpini (1889), all'Hôtel Druot (1891) e presso Durand-Ruel (1893). Sono di questo periodo opere quali La lotta di Giacobbe con l'angelo (Edimburgo, National Gallery of Scotland), Il Cristo giallo (Buffalo, Albright-Knox Art Gallery), Il Cristo verde (Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts), La belle Angèle (Parigi, Musée d'Orsay), che rivelano le suggestioni dell'ambiente bretone e l'importanza che esso ebbe, riscoperto nei suoi antichi caratteri etnico-culturali, per svincolare l'artista dal naturalismo impressionistico (importante è, in questo periodo, la meditazione di Gauguin sulle opere di Cézanne), attraverso una serie di composizioni di severa schematizzazione, dove la tensione ritmica della linea che racchiude le zone vibranti di colore riporta all'arte medievale delle vetrate.
Il periodo tahitiano
Con questa tavolozza Gauguin approdò la prima volta a Tahiti, dove lavorò ancora sul colore trasformandolo in assolutezze astratte, di grande suggestione, cha hanno il potere di evocare simboli e di suscitare sensazioni di mondi lontani e misteriosi, innocenti nel loro integro primitivismo (Ta Matete, Basilea, Kunstmuseum; Donne tahitiane sulla spiaggia, Parigi, Musée d'Orsay; La ragazza con il fiore, Copenaghen, Ny Carlsberg Glyptotek; Marahi Metua No Tehamana New York, collezione Stephen C. Clark; Ma naö Tupapaü, New York, collezione A. Conger Goodyear). Nel 1895 Gauguin lasciò la Francia per sempre: fino al 1901 rimase a Tahiti, poi si stabilì, fino alla morte, a Dominica, attuale Hiva Oa, nelle isole Marchesi. A questo periodo, così ricco per Gauguin di approfondimenti, di ripensamenti e anche di nostalgie (il suo ultimo dipinto fu, infatti, un Villaggio bretone sotto la neve), appartengono i capolavori Nave Nave Mahana (Lione, Musée des Beaux-Arts), Donde veniamo? Che siamo? Dove andiamo? (Boston, Museum of Fine Arts), Il cavallo bianco (Parigi, Musée d'Orsay), Fanciulle tahitiane con fiori di mango (New York, Metropolitan Museum), Racconti barbari (Essen, Museen der Stadt), in cui l'artista sembra afferrare un senso universale del divino attraverso la rievocazione e la raffigurazione di idoli e di miti maori. Lasciò anche degli scritti, fra cui Noa-Noa (1891-93), pubblicato prima a puntate sulla Revue Blanche (1897) e poi in volume (1900). Importanti le raccolte di lettere agli amici e alla famiglia pubblicate postume, rispettivamente nel 1930 e nel 1947. "Per approfondire Vedi Gedea Arte vol. 9 pp 42-47" "Per approfondire Vedi Gedea Arte vol. 9 pp 42-47"
M. Malingue, Gauguin, Parigi, 1948; Ch. Chassé, Gauguin et son temps, Parigi, 1955; J. Rewald, Gauguin Drawings, New York-Londra, 1958; G. Wildenstein, R. Cogniat, Catalogue de l'œuvre de Paul Gauguin, vol. I, Parigi, 1964; idem, Gauguin, Milano, 1972; P. Amann, Paul Gauguin, Trento, 1990; S. F. Eisenman (a cura di), Paul Gauguin: artist of myth and dream, Milano, 2007; G. Attanasio, Gauguin: viaggio nell'anima primitiva, Arezzo, 2012; V. Segalen, Gauguin nel suo ultimo scenario, Milano, 2012; R. Fry, Il postimpressionismo: la promessa di una nuova arte (a cura di P. Martore), Roma, 2015; M. Goldin (a cura di), Storie dell'impressionismo: i grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin, Treviso, 2016; F. Nicosia, Paul Gauguin: 1848-1903, Milano, 2017.