Ivrèa
Indicecomune della Città metropolitana di Torino (48 km), 267 m s.m., 30,19 km², 23.048 ab. (eporediesi), patrono: san Savino (7 luglio).
Ivrea . Veduta della città con il castello (sec. XIV) sullo sfondo.
De Agostini Picture Library/M. Leigheb
Generalità
Città situata allo sbocco della Valle d'Aosta nell'alta pianura piemontese, al centro dell'anfiteatro morenico della Dora Baltea, ai piedi della Serra omonima. È il capoluogo del Canavese. L'abitato rispecchia dal punto di vista topografico la morfologia collinare del territorio. Il nucleo antico sorge nella zona più elevata sulla sinistra del fiume, mentre sull'altra sponda, intorno alla stazione ferroviaria, si è sviluppata la città moderna con alcuni complessi industriali. Altre industrie sorgono oltre porta Vercelli, nella sezione orientale della città. La più recente espansione urbana è avvenuta verso la frazione di San Bernardo. È sede vescovile.
Storia
La colonia romana di Eporedia fu fondata nel 100 a. C. lungo la via delle Gallie a difesa dalle incursioni dei Salassi. Sede vescovile dal 397, fu poi capitale del Ducato Longobardo e di un comitato franco. Dall'889 fu centro della Marca d'Ivrea e due suoi marchesi furono eletti re d'Italia: Berengario II e Arduino. Nel 1170 entrò nella Lega Lombarda; in seguito divenne feudo dei conti di Biandrate e, nei contrasti tra autorità imperiale ed episcopale, si costituì in comune. Nel 1238 fu occupata da Federico II, al quale si ribellò. Appartenne poi ai marchesi di Monferrato, a Carlo d'Angiò, ad Amedeo V di Savoia e a Filippo d'Acaia. Ripresa nel 1347 dal marchese del Monferrato Giovanni II Paleologo, nel 1356 fu acquistata dai Savoia. Assediata dai francesi nel 1554 e nel 1641, fu da essi occupata nel 1704, dopo un lungo assedio; nel 1796 e nel 1800 subì le incursioni napoleoniche. Capoluogo del Dipartimento della Dora fino al 1814, in seguito tornò ai Savoia con il resto del Piemonte. Tra il 1859 e il 1927 Ivrea è stata capoluogo del circondario omonimo. Nel XX secolo Ivrea divenne una città industriale. Nel 1908 fu fondata la Olivetti. Tra il 1927 è stata annessa insieme ad altri 112 comuni del Canavese alla Valle d'Aosta, per costituire la provincia di Aosta. Nel 1945 è tornata a far parte dell'allora provincia di Torino. Alla fine degli anni Ottanta la chiusura della Olivetti ha inferto un duro colpo all'economia locale, solo in parte in seguito riparato dall'apertura della sede della Omnitel-Vodafone Italia. Nel 21018 la città è stata inserita dall'Unesco tra i patrimon mondiali dell'umanità.
Arte
Dell'età romana rimangono resti dell'anfiteatro e delle mura del teatro. Il duomo, fondato nel sec. IV forse sull'area di un tempio romano, fu rifatto nel sec. X, con i due campanili absidali, la cripta e il tiburio; l'interno, a tre navate, venne rimaneggiato nel sec. XVII e la facciata fu aggiunta nel 1850. All'interno sono custodite opere notevoli, fra cui due dipinti di Defendente Ferrari. Barocca è la chiesa di San Nicola da Tolentino. Il castello fu iniziato nel 1358 da Amedeo VI di Savoia: a pianta quadrata, ha agli angoli alte torri cilindriche merlate. Di grande rilievo il ciclo di affreschi con cui Gian Martino Spanzotti, a fine Quattrocento, decorò la chiesa di San Bernardino, restaurata nel 1957 e annessa al convento dei frati Minori Osservanti. Notevole esempio di architettura razionale sono gli stabilimenti Olivetti (1939-50).
Economia
L'economia si basa sull'industria, il cui sviluppo ebbe inizio nei primi decenni del sec. XX, con l'officina Olivetti per la produzione di macchine per scrivere e il cotonificio Rossari e Varzi. I settori principali rimangono quelli informatico e delle macchine per ufficio, ma sviluppati sono anche i comparti metalmeccanico, della meccanica di precisione, delle fibre artificiali, dei materiali da costruzione e del legno; vi operano inoltre industrie poligrafiche e dell'abbigliamento. Attivi sono il commercio, legato allo sviluppo industriale e favorito dalla posizione geografica, e il turismo.
Curiosità
Celebre è il Carnevale, con la famosa “battaglia delle arance” per le vie della città, che rievoca sia una leggenda medievale (l'uccisione di un tiranno e la distruzione del suo castello), sia l'entrata in città dell'esercito napoleonico. La città diede i natali a Camillo Olivetti (1868-1943), fondatore dell'industria omonima, e a suo figlio Adriano (1901-1960), che fu il promotore di importanti iniziative sociali, politiche e culturali.