Dóngo
Indicecomune in provincia di Como (48 km), 208 m s.m., 7,52 km², 3468 ab. (donghesi), patrono: santo Stefano (26 dicembre).
Centro posto sulla sponda occidentale dell'alto lago di Como, al margine del delta del torrente Albano. Di origine romana, fu una delle più antiche pievi comasche. Divenuto libero comune, si assoggettò gradualmente a Como, che nella ripartizione dei tributi l'assegnò al quartiere di Porta Monastero (1240). Subì le signorie dei Visconti (1335), degli Sforza (1450) e dal 1522 al 1533 quella di Gian Giacomo Medici di Marignano. Con Sorico e Gravedona costituì il feudo delle Tre Pievi, ceduto ai Gallio da Filippo II nel 1580. Durante la guerra di successione spagnola, Dongo si sollevò inutilmente contro gli austriaci. Il 27 aprile del 1945 vi furono arrestati Benito Mussolini, Claretta Petacci e un gruppo di gerarchi fascisti, che furono condannati a morte.§ Al sec. XV risale il santuario della Madonna delle Lacrime, decorato all'interno da affreschi secenteschi e gruppi statuari lignei coevi. Il palazzo Manzi (sede comunale), costruito da Pietro Gilardoni nel 1818-24, ha uno splendido salone neoclassico con stucchi, marmi, statue e un affresco della scuola dell'Appiani; ospita il Museo della Resistenza, con cimeli, documenti e giornali della fase finale della seconda guerra mondiale. In località Martinico, assai vicina a Dongo, si trova la chiesetta di Santa Maria (sec. XII) con portale laterale e campanile isolato a bifore (successivamente ricostruito). § Dongo è sede di un importante centro siderurgico, attivo già dall'Ottocento, che ha occupato per molto tempo una quota rilevante della manodopera locale, ma che risente però della crisi del settore. Attivi il comparto meccanico e aziende che producono raccordi in ghisa e materiale edile (calcestruzzo, laterizi e sabbie). Diffusi anche l'artigianato e il commercio.§ Vi nacque l'industriale Giorgio Enrico Falck (1866-1947).