Sfòrza
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Famiglia ducale italiana. Se ne considera capostipite il condottiero Muzio (Jacopo) Attendolo, chiamato, pare da Alberico da Barbiano, “Sforza”, soprannome che divenne il cognome di tutta la famiglia. Era discendente da un Muzio Attendolo di Cotignola, benestante, che fu padre di due figli: Nascimbene, a sua volta padre di Lorenzo (1350/60-dopo il 1437), che combatté in Italia meridionale all'epoca di Giovanna II di Napoli e fu viceré di Terra d'Otranto e del principato di Taranto (prima metà del sec. XIV), e di Giovanni (m. dopo il 1352), padre di vari condottieri: Bosio (m. 1410), Francesco, Bartolo e il succitato Muzio Attendolo, che ebbe a sua volta numerosissimi figli dei quali il primogenito, Francesco I (1401-1466), fondò la linea ducale di Milano succeduta, nel 1450, dopo l'effimera Repubblica ambrosiana, ai Visconti. A lui seguirono sul trono milanese Galeazzo Maria (1444-1476), assassinato dopo dieci anni di regno; Gian Galeazzo II (1469-1494), figlio del precedente che, malato, non poté regnare: il potere fu esercitato allora dallo zio Ludovico il Moro (1452-1508) che nel 1494 si fece proclamare duca, usurpando il trono al pronipote Francesco, detto il Duchetto (1491-1512), che morì in Francia. A Ludovico, spodestato dai Francesi nel 1499, succedettero i figli Massimiliano (1493-1530), per breve tempo (1512-15) sotto il controllo degli Svizzeri, e Francesco II (1495-1536), dal 1521 al 1526 e dal 1529 al 1535, col quale il ramo regnante si estinse e lo Stato passò alla Spagna. Un fratello bastardo di Francesco II, Giampaolo (1497-1535), che tentava di far valere i propri diritti su Milano, morì poco dopo, forse avvelenato. Egli fu il capostipite del ramo dei marchesi di Caravaggio, estinto nel 1697. § Appartennero al ramo regnante illustri personalità, quali Ippolita Maria, che sposando nel 1465 Alfonso II re di Napoli involontariamente creò le premesse per quell'ostilità tra Ferdinando I d'Aragona, suo suocero, e Ludovico il Moro suo fratello, che indusse quest'ultimo a sollecitare la spedizione di Carlo VIII di Francia contro il sovrano aragonese; Sforza Maria, che fu duca di Bari dal 1464, continuando la tradizione di un dominio sforzesco nelle Puglie; Ascanio Maria (1455-1505), fratello minore di Ludovico il Moro, cardinale nel 1484, che nel conclave del 1492 ebbe peso determinante nell'elezione di papa Alessandro VI, fu vicecancelliere della corte papale, cadde prigioniero dei Francesi col fratello Ludovico il Moro ma, a differenza di quest'ultimo, fu liberato e nel 1503 ebbe gran peso nell'elezione di papa Giulio II; Ottaviano, che fu uno dei primi degli Sforza, dopo l'assassinio di Galeazzo Maria, a congiurare contro la cognata Bona di Savoia: scoperto, fuggì e nella fuga perì annegato nell'Adda. Inoltre i figli di Galeazzo Maria: Alessandro (1465-1523), figlio naturale, che fu signore di Francavilla e luogotenente generale del Regno di Napoli e si batté fedelmente per Ludovico il Moro suo zio; Ermes (1470-1503), che fu abile diplomatico; Ottaviano (1477-1541), vescovo di Lodi nel 1497 e di Arezzo nel 1519, governatore generale del ducato di Milano nel 1512; Bianca Maria (1472-1510) e Caterina (1463-1509), la prima delle quali fu moglie dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo e riuscì con tali nozze a far ottenere allo zio Ludovico il Moro quell'investitura imperiale al ducato che i precedenti duchi Sforza non erano mai riusciti a ottenere. La seconda, Caterina, è nota per aver saputo affrontare virilmente il duca Cesare Borgia detto il Valentino e fu madre, da differenti mariti, di Ottaviano Riario, signore di Forlì, e di Giovanni de' Medici (1498-1526), il celebre condottiero soprannominato delle Bande Nere. Bona Sforza (1494-1557), sorella del Duchetto, sposò Sigismondo I re di Polonia e fu una delle principesse italiane che portò all'estero la civiltà del Rinascimento. § Altro figlio del condottiero Muzio Attendolo detto Sforza fu Alessandro che, divenendo nel 1445 signore di Pesaro, fondò il ramo che governò tale città per oltre mezzo secolo. A lui, che fu valente condottiero e saggio amministratore, succedettero Costanzo, anch'egli condottiero; Giovanni I (1466-1510), che fu marito di Lucrezia Borgia e dal 1500 al 1503 fu spogliato dei domini dal duca Valentino; Giuseppe Maria (1510-1512), che fu sovrano sotto la tutela dello zio Galeazzo (1470-1515), a sua volta signore di Pesaro per breve tempo perché spodestato da papa Giulio II. Da Bosio I, figlio legittimo di Muzio Attendolo detto Sforza, che fu governatore di Orvieto e feudatario di Castellarquato e di Varzi e marito di Cecilia Aldobrandeschi erede di Santa Fiora, ebbero origine il ramo di Santa Fiora con Guido (1445-1508) e quello di Castellarquato con Francesco (m. 1523). § Del ramo di Santa Fiora che passò di padre in figlio a Federico (m. 1535) e Bosio II (m. 1535) si distinsero alcuni figli di quest'ultimo: Guido Ascanio (1518-1564), che fu elevato alla porpora cardinalizia nel 1534; Sforza (1520-1575), che si batté a lato degli Spagnoli ad Algeri (1541), a Siena (1552-55) e a Lepanto (1571) e, a fianco dei Francesi, contro gli ugonotti; Carlo (1524-1571), che combatté a fianco di Andrea Doria contro il terribile pirata barbaresco Dragut; Mario I (1530-1591), che pure combatté per il cattolicesimo sia a fianco degli Spagnoli sia a fianco dei Francesi contro gli ugonotti e fu ambasciatore del granduca di Toscana; Alessandro (1534-1581), elevato alla porpora nel 1565, vescovo di Parma, legato a Bologna e in Romagna, collaboratore all'edizione del corpus di diritto canonico fatta da Gregorio XIII; e, infine, Paolo (1535-1597), condottiero. Da Sforza ebbe i natali Francesco (1562-1624), generale al servizio della Spagna, cardinale nel 1583, nominato conte di Cotignola. Da Mario I discesero in linea maschile Mario II (1594-1658), che vendette Santa Fiora al granducato di Toscana venendone reinvestito come feudatario, e suo figlio Ludovico (m. 1685), che fu creato visconte di Canet in Francia quale compenso per la confisca di Varzi fattagli dagli Spagnoli; Paolo (1602-1669), che fu genero del fondatore dell'Accademia dei Lincei, il principe Federico Cesi; e, infine, Federico (1651-1712), figlio di Paolo, che fu ambasciatore spagnolo a Roma e che avendo sposato Livia, ultima erede dei duchi Cesarini, diede vita alla famiglia Sforza-Cesarini (il doppio cognome viene portato solo dal primogenito), tuttora fiorente, cui appartennero nel secolo scorso due patrioti del Risorgimento: Lorenzo (1807-1866) e Francesco (1840-1899), senatori a vita del regno d'Italia rispettivamente dal 20 gennaio 1861 e dal 16 novembre 1882. Un altro fratello di Paolo fu Federico (1603-1676), governatore di Cesena e cardinale dal 1645. § Da un figlio naturale del primo duca Francesco I, di nome Sforza Secondo, sorse un ramo detto dei conti di Borgonuovo, che si estinse nel ramo primogenito nel 1680 ma che sussiste in discendenti da rami cadetti.
Sforza . Ludovico il Moro nel particolare della Pala Sforzesca (Milano, Brera).
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Gli Sforza e gli umanisti
Tra gli Sforza si ebbero anche umanisti di valore, tra i quali Ippolita (1481-1520), figlia d'un bastardo del ramo ducale, che fu poetessa e protettrice di letterati; Isabella (1503-1561), del ramo di Pesaro, e Pietro Sforza Pallavicino, pronipote in linea femminile di Mario II di Santa Fiora, cardinale e autore della famosa Storia del Concilio di Trento scritta in polemica con quella di Paolo Sarpi. Le virtù guerriere, precipua dote della famiglia e che distinsero la maggior parte dei suoi appartenenti, passarono in linea femminile non solo nel già ricordato Giovanni delle Bande Nere ma anche in Roberto Sanseverino (1418-1487), figlio d'una sorella del duca Francesco, e ai suoi due figli Antonello Sanseverino (m. 1499) ammiraglio del Regno di Napoli, e Galeazzo Sanseverino (m. 1525).