Gli imperi coloniali del Sei-Settecento

L'America settentrionale

La colonizzazione del Nord America ebbe avvio un secolo dopo quella del Sud America con la fondazione della colonia inglese di Jamestown in Virginia nel 1607, della Nuova Francia lungo il fiume San Lorenzo (1604-27), di Nuova Amsterdam sulle foci dell'Hudson (1624). Compagnie commerciali appositamente fondate si impegnarono con le rispettive corone a colonizzare i nuovi territori in cambio del monopolio sugli scambi commerciali. Un elemento di novità fu introdotto quando un numero crescente di comunità religiose perseguitate in Europa trovarono rifugio oltreoceano, dando così origine alle prime colonie di popolamento con il trasferimento di interi nuclei familiari intenzionati a dare vita a insediamenti definitivi (famosi i “padri pellegrini ”, puritani inglesi, giunti nel 1620 in Massachusetts sulla Mayflower). La carta concessa dal re garantiva la possibilità di governarsi secondo principi propri, fermo restando gli obblighi di carattere economico-commerciale (esclusività degli scambi con la madrepatria). La proprietà terriera era molto diffusa, perché divisa di diritto fra tutti i membri maschi della comunità, accentuando il carattere democratico delle strutture di governo e creando uno stretto legame tra i concetti di autonomia economica e libertà politica. In quest'opera di popolamento i coloni anglo-francesi dovettero confrontarsi con la tenace resistenza opposta dalle numerose tribù indiane sospinte sempre più verso l'interno e private dei loro tradizionali territori di caccia e pascolo. Nel Nord America i possessi coloniali erano così suddivisi: i Francesi avevano occupato il territorio canadese, gli Spagnoli la Florida. Gli Olandesi avevano perso nel 1667 le colonie di Nuova Amsterdam e del Delaware a vantaggio degli Inglesi che controllavano tutta la costa orientale e i territori alle loro spalle (organizzati nelle 13 colonie).