Strutture produttive e demografia nel Medioevo
L'età comunale e signorile
Lo sviluppo dell'economia portò alla formazione di nuovi ceti sociali, soprattutto nelle città, i cosiddetti borghesi (da “borgo”, “città”), che esercitavano attività di mercanti, banchieri, artigiani, medici, uomini di legge. Cominciò a prendere piede l'usanza di riunire in corporazioni, dette “arti”, coloro che svolgevano la stessa professione. Questi borghesi esercitarono ben presto un importante ruolo anche dal punto di vista politico. Compito delle corporazioni era quello di controllare e regolare l'attività economica fissando la quota massima dei salari, regolando l'acquisto delle materie prime, stabilendo i prezzi dei prodotti, la durata della giornata lavorativa. Nei comuni, vi erano piccoli mercanti che operavano nell'ambito cittadino, e grandi mercanti che avevano contatti con l'estero e investivano capitali molto più consistenti. Lo sviluppo del commercio ebbe ripercussioni anche sulla vita delle campagne: innanzitutto cominciò a dissolversi il vecchio sistema economico della villa, con un conseguente frazionamento delle proprietà; molti borghesi, investendo i loro capitali, divennero nuovi proprietari terrieri; l'innovazione in campo agricolo subì un notevole rallentamento. Un duro colpo all'economia latifondista fu dato anche dal fatto che molti servi della gleba furono affrancati e andarono a popolare le città. Le nuove attività lavorative che andavano diffondendosi nelle città influenzarono anche la cultura e l'istruzione. I mercanti e tutti coloro che praticavano un'attività commerciale avevano bisogno di impadronirsi delle tecniche di calcolo, di redarre lettere commerciali, di stendere bilanci. Accanto quindi alla classica istruzione che dava accesso all'Università, furono organizzati corsi di carattere tecnico-professionale. Lo “studente” continuava poi la propria formazione come praticante nelle botteghe già avviate. Il grande giro di affari dei commercianti richiedeva un'organizzazione sempre migliore. Nacquero allora i primi libri contabili e forme diverse di raccolta dei capitali. I due tipi di prestito più diffusi furono la commenda e il prestito marittimo. Nel primo caso il prestatore impiegava il proprio capitale e partecipava agli utili, nel secondo il mercante in viaggio sulle navi riceveva un prestito che doveva restituire al ritorno con l'interesse del 20-25%. A partire dal XIII sec. nacquero le prime forme di società come la compagnia a responsabilità illimitata in cui ogni socio versava una quota e, in proporzione, partecipava agli utili. Grande sviluppo ebbero anche l'attività e la tecnica bancaria. Le operazioni di “giro”, con cui il banchiere trasferiva denaro da un cliente a un altro, e quelle di cambialetratta con cui si chiedeva tramite lettera un pagamento, da parte di una banca, a una determinata persona (portatore), consentirono una migliore organizzazione finanziaria e promossero in modo rilevante l'espansione economica.