I Regni romano-barbarici
Introduzione
Con il termine “barbari” (dal gr. bàrbaros, “balbuziente”, per indicare lo straniero incapace di pronunciare correttamente la lingua greca) venivano indicate le genti estranee alla civiltà greca e romana e in particolare le popolazioni germaniche che si insediarono nell'Impero romano nei secc. IV-VI formando poi, al crollo di quest'ultimo, diversi Regni autonomi. Desiderosi di conservare la loro identità etnica, i barbari non erano tuttavia in grado di gestire strutture politiche stabili e perciò dovettero spesso affidare ai Romani l'amministrazione dello Stato. I rapporti di convivenza con le popolazioni a loro soggette assunsero forme differenti: se nel Regno dei Vandali l'ostilità verso i cattolici e i Romani era assoluta, nel Regno ostrogoto d'Italia Teodorico privilegiò inizialmente l'elemento romano e fu tollerante con i cattolici, senza riuscire però a saldare la frattura con l'elemento gotico. I Franchi, convertiti al Cattolicesimo, si fusero con i Gallo-romani a tutti i livelli: ciò permise una forte espansione demografica che costituì il presupposto della futura egemonia dei Franchi sull'Occidente, quando gli altri Regni romano-barbarici furono travolti prima dalla riscossa bizantina (sec. VI) di Giustiniano, imperatore d'Oriente, e poi dall'avanzata degli Arabi (secc. VII e VIII).