Le crociate
Introduzione
Il risveglio spirituale, sociale, economico, politico e demografico dell'Occidente cristiano nel sec. XI ebbe tra i suoi effetti le crociate. La riforma di Gregorio VII (il moto di rinnovamento con cui cercò di liberare la Chiesa dal condizionamento del potere laico) aveva ribadito la centralità del ruolo del Papato come guida spirituale e, in parte, politica della Cristianità. La ritrovata stabilità del Sacro Romano Impero ripropose il problema del rapporto con l'Oriente che non poteva più avvenire attraverso l'Impero bizantino, con il quale si erano rovinati i rapporti già prima della rottura ufficiale del 1054. La prima crociata nacque così come pellegrinaggio armato dei popoli cristiani d'Europa, capeggiati dai cavalieri, per contendere la tutela della Terra Santa (in particolare Gerusalemme con il Santo Sepolcro) al Califfato ortodosso islamico, che nel frattempo, tramite la dinastia dei Turchi Selgiuchidi, era ritornato a controllare la Palestina (1076). Nella concezione cristiana cavalleresca, la crociata non era intesa come una realtà esclusivamente militare, ma come un supporto rituale e simbolico nella lotta contro le passioni dell'anima individuale, il vero nemico sulla via del pellegrinaggio e dell'ascensione verso Dio; tale concezione, analoga a quella del jihad islamico, accomunava strettamente cristiani e musulmani. La prima crociata ufficiale partì nel 1097, nel 1099 fu presa Gerusalemme. Tutte le altre crociate furono nel complesso dei fallimenti. A esclusione della prima, le crociate videro anche un ruolo attivo delle Repubbliche marinare italiane: la quarta crociata fu addirittura finanziata da Venezia.