I Regni romano-barbarici
- Introduzione
- Caratteri comuni alle popolazioni barbariche
- Approfondimenti
- Riepilogando
Caratteri comuni alle popolazioni barbariche
I popoli barbari erano nomadi, praticavano un'agricoltura rudimentale, la caccia e la lavorazione dei metalli. Privi di senso della proprietà privata, avevano natura e valori guerrieri. La loro stessa società era fondata sull'unica classe sociale dei guerrieri, che eleggeva il re e prendeva le decisioni più importanti. Le divinità principali della religione dei popoli del nord erano: Odino (dio della magia e della vittoria), Thor (dio del tuono), Tiuz (dio del diritto e delle assemblee). I Goti si convertirono al Cristianesimo quando il vescovo Ulfila, nel IV sec., tradusse la Bibbia dal greco al gotico e predicò l'arianesimo (eresia che negava la divinità di Cristo e la sua identità di natura col Padre), che divenne ben presto dominante anche tra le altre genti barbare.
II Regno dei Vandali in Africa. I Vandali sbarcarono in Africa nel 429 e in dieci anni conquistarono l'intera provincia instaurando un vero e proprio dominio. Confiscarono molte proprietà romane, imposero tributi e, poiché erano di fede ariana, perseguitarono i cattolici. Unici tra i barbari, allestirono una flotta con la quale fecero incursioni in tutto il Mediterraneo minacciando anche il litorale italiano e greco. Nel 455 saccheggiarono Roma. Avendo occupato l'Africa settentrionale, la Sardegna, la Corsica, la Sicilia e le Baleari, riuscirono a controllare i principali mercati del grano, minacciando di affamare la stessa Roma. Il Regno si indebolì alla morte di Genserico per lo scontro tra re e nobili; nel 534 fu conquistato dalle truppe di Giustiniano, guidate da Belisario e aiutate dalla popolazione romana alla quale apparvero come portatrici di pace e libertà. Dai Vandali deriva il nome alla regione spagnola dell'Andalusia, un tempo Vandalusia.
Il Regno visigotico di Tolosa. Nel 406 Vandali, Alani e Suebi avevano varcato i Pirenei penetrando nella penisola iberica e diventando federati dell'Impero. I Visigoti furono indotti dal governo imperiale a combattere queste popolazioni in cambio di forniture di grano. Una volta vittoriosi divennero essi stessi pericolosi; ebbero quindi l'ordine di interrompere le operazioni di guerra e di stanziarsi nella provincia di Aquitania (Gallia centromeridionale). Il Regno raggiunse l'apogeo con Eurico (466-484), al tempo del quale fu redatto il primo codice di leggi germanico (Codex Euricianus, 470 ca). Nel 507 i Franchi di Clodoveo sconfissero il re Alarico II e conquistarono la regione.
Il Regno visigotico di Spagna. Maggiore importanza e durata ebbe il Regno che i Visigoti fondarono in Spagna. Comprendeva quasi tutta la penisola iberica (dopo la conquista del Regno dei Suebi nel 585) e aveva come capitale Toledo. Nel 586 il re Recaredo si convertì al Cattolicesimo facendone la religione di stato. Potere civile e potere ecclesiastico si compenetrarono: il re interveniva nella nomina dei vescovi, i vescovi eleggevano il re insieme ai nobili e con l'assenso del popolo. Espressione di questo legame furono i Concili di Toledo, assemblee convocate dal re, formate da laici ed ecclesiastici, che discutevano di questioni religiose o civili. Nel 654 fu attuata l'unificazione delle leggi di Visigoti e latini con la compilazione della Lex Visigothorum. Il Regno fu conquistato dagli Arabi che nel 711 sconfissero il re Roderico.
Il Regno dei Burgundi. Si estendeva nella Francia sudorientale fino al confine con la Provenza. Qui erano stati relegati i Burgundi sopravvissuti al massacro compiuto dai mercenari unni al servizio dell'Impero all'inizio del V sec. (episodio questo che diede spunto alla Saga dei Nibelunghi). Il re Gundobaldo (480-516 ca) fece redigere la Lex Burgundionum in cui raccolse le consuetudini del suo popolo. I Franchi conquistarono il Regno nel 534; i Burgundi si sparsero allora tra la popolazione romana, adottandone la lingua e la religione cattolica.
Il Regno degli Ostrogoti in Italia. Per una decina d'anni Odoacre, dopo la deposizione di Romolo Augustolo, governò pacificamente l'Italia. L'imperatore d'Oriente Zenone, preoccupato dalle mire espansive del re goto, gli mandò contro Teodorico, re degli Ostrogoti, che per dieci anni aveva vissuto come ostaggio alla corte di Costantinopoli. Odoacre capitolò dopo tre anni di resistenza e Teodorico lo fece uccidere. Essendo un inviato di Zenone, Teodorico fu per l'Italia soltanto un funzionario amministrativo, mentre conservò il titolo di re degli Ostrogoti: per i Romani poteva emanare solo delle ordinanze, come rappresentante dell'imperatore, mentre poteva emanare leggi per gli Ostrogoti. Cercò di realizzare una politica di pacifica convivenza tra Barbari e Romani, assegnando ai primi responsabilità militari e ai secondi l'amministrazione dello stato. Romani e Ostrogoti erano divisi dalla religione (cattolici gli uni, ariani gli altri). Finché l'Impero d'Oriente fu in rotta con la Chiesa per la controversia monofisita (da monos, “uno” e physis, “natura”; la teoria del monaco Eutiche secondo cui in Cristo vi era un'unica natura divina) fu mantenuto un atteggiamento di tolleranza reciproca. Quando Impero e Chiesa si rappacificarono (519), la Chiesa divenne la più potente forza antigotica e Teodorico fece uccidere molti esponenti dell'aristocrazia romana. Morto Teodorico (526), il Regno fu sconvolto da disordini interni culminati nell'uccisione della regina Amalasunta (figlia di Teodorico). Con la Guerra greco-gotica (535-553) Giustiniano cacciò gli Ostrogoti dall'Italia.
Il Regno dei Franchi. I Franchi, formati dalle tribù dei Salii, dei Ripuarii e dei Sicambri, occupavano originariamente una zona della Gallia nordorientale. Il loro Regno comprese poi la maggior parte della Gallia e un buon tratto della Germania in seguito alle conquiste territoriali del re Clodoveo (482-511), della dinastia dei Merovingi (dal capostipite Meroveo), e dei suoi successori. Nel 496 Clodoveo, appoggiato dai vescovi durante le sue conquiste, si convertì al Cattolicesimo. I Franchi si accontentarono di confiscare ai Romani solo porzioni minime dei loro territori. Ciò favorì una pacifica convivenza tra i Franchi e l'aristocrazia gallo-romana, alla quale fu affidata l'amministrazione del Regno. Alla morte di Clodoveo il Regno fu diviso tra i figli che regnarono in accordo. Gli altri successori diedero invece vita a forti contrasti interni che portarono allo sfaldamento del Regno: i Regni di Austrasia e Neustria (a nord est e nord ovest) e i Ducati di Borgogna e di Aquitania (a sud della Loira). I re merovingi, politicamente incapaci, lasciarono il potere ai “maggiordomi” o “maestri di palazzo”, amministratori dei territori reali e rappresentanti dei nobili aristocratici, laici ed ecclesiastici. Nel 687 il maestro di palazzo d'Austrasia vinse quello di Neustria e ricostituì l'unità del Regno.