Anton Bruckner
Figlio di un maestro di scuola e cresciuto nell'ambiente contadino della provincia austriaca, Anton Bruckner (Ansfelden, Alta Austria 1824 - Vienna 1896) seguì per molti anni la carriera didattica paterna, studiando nel frattempo musica presso l'abbazia collegiale di Sankt Florian. Maestro elementare nelle scuole di Windhaag e Kronstorf, e poi organista a Sankt Florian e Linz, iniziò a frequentare i corsi di composizione di S. Sechter a Vienna.
Diplomatosi nel 1861, riuscì finalmente a emergere dalla cerchia provinciale e a farsi conoscere nel mondo musicale europeo: nel 1865-66 incontrò R. Wagner, F. Liszt e H. Berlioz e nel 1868 divenne professore di armonia, contrappunto e organo al conservatorio di Vienna. Dal 1875 insegnò anche all'università; due viaggi in Francia e Inghilterra (1869 e 1871) consacrarono la sua fama di grande organista.
Morì nell'appartamento che il governo imperiale di Francesco Giuseppe gli aveva assegnato nel 1895, presso la villa del Belvedere, e venne sepolto, per sua volontà, sotto il grande organo di Sankt Florian.
L'opera sinfonica
Lo spirito di Bruckner si manifestò compiutamente nelle sinfonie: dalle incertezze delle prime tre, ancora molto legate alle poetiche di F. Schubert prima e di R. Wagner poi, alla compiuta autonomia delle ultime, autentici monumenti del tardo romanticismo musicale germanico. Al di là dei grandi mezzi orchestrali impiegati, del corrosivo cromatismo delle soluzioni armoniche e delle dilatatissime dimensioni temporali, il momento unificatore del sinfonismo bruckneriano va ricercato soprattutto nel candore ingenuo dell'ispirazione schiettamente romantica, impregnata, nei suoi turgidi slanci eroici e nei patetici abbandoni lirici, di un sempre presente misticismo cattolico. Bruckner scrisse in tutto 11 sinfonie, ma solo le ultime 9, composte fra il 1865 e l'anno della morte (la Nona rimase incompiuta), sono contrassegnate da una numerazione e vengono correntemente eseguite. Il capolavoro è certo la Settima, con il celebre adagio per la morte di Wagner.
Musica sacra e cameristica
Fra le composizioni sacre, particolare rilievo assumono le 7 messe (ma importanti sono le ultime 3, le uniche numerate), il Te Deum (1883; 2ª versione del 1884), il Salmo CL per soprano, coro e orchestra (1892), oltre a numerosi mottetti su testi liturgici in latino. Meno significativa appare, invece, la produzione vocale profana, comprendente una trentina di pezzi per coro a cappella in forma di Lied, circa altri 20 per varie formazioni vocali e strumentali e 6 Lieder per canto e pianoforte. Il filone cameristico include alcune composizioni per organo e per pianoforte, oltre a un Quartetto (1862) e soprattutto a un Quintetto per archi (1879), dotati di un respiro quasi sinfonico.
Additato suo malgrado come wagneriano e pertanto contrapposto artificiosamente a J. Brahms, osteggiato dalla critica viennese e ancor oggi accolto non senza riserve nei paesi non germanici, Bruckner dovette attendere gli ultimi anni della sua vita per ottenere quei riconoscimenti che lo hanno posto fra i massimi autori del secondo Ottocento. Il suo stile esercitò un influsso determinante sulla formazione dell'altro grande sinfonista del periodo, G. Mahler, che rappresenta forse il punto più avanzato nella crisi del linguaggio musicale postromantico.