New York, New York
Le vecchie case di mattoni che popolano il Midtown di Manhattan da sponda a sponda acquistarono, all'inizio del XX secolo, un inatteso valore immobiliare e furono trasformate in appartamenti. Un fenomeno analogo si verificò nei primi anni Venti anche per gli scantinati, che divennero locali pubblici, per lo più i cosiddetti speakeasies, vale a dire i luoghi d'incontro in cui all'epoca del proibizionismo era possibile trovare clandestinamente bevande alcoliche.
Harlem, Parigi nera
Fu così che anche a Harlem, il quartiere di New York affollato di emigranti giunti dal Sud e dai Caraibi in cerca di lavoro, si animò, già negli anni Dieci e Venti, un'intensa vita notturna. Dal 1915 le sue feste private ospitarono sfide tra pianisti virtuosi (E. Blake, L. Roberts, J.P. Johnson), nelle quali il ragtime scritto si trasformò in jazz improvvisato (stride piano). Nel 1921 vi nacque la rivista musicale nera: il clamoroso successo dello scintillante Shuffle Along (Blake) anche presso il pubblico bianco fece esplodere una moda. I letterati bianchi (C. van Vechten, Nigger Heaven, E. O'Neill, Emperor Jones) "scoprirono" Harlem, ai loro occhi luogo esotico e selvaggio, moderna giungla urbana. Sorsero e pullularono via via celeberrimi locali e club: il Cotton Club e l'Apollo Theatre, dove gli artisti neri si esibivano per i bianchi danarosi di Broadway, l'Harlem Opera House, il Birdland, il Garden of Joy, il Savoy Ballroom, il Roseland Ballroom, il Connie's Inn, lo Small Paradise ecc.
Fucina di cultura pari a Parigi o Berlino, Harlem soprannominata appunto la "Parigi nera" vide una fioritura di pianisti (Fats Waller, Willie the Lion Smith) e orchestre jazz (D. Ellington, C. Calloway), di ballerini (Bojangles, J. Baker) e balli (charleston) che conquistarono il mondo, di compositori sinfonici (J.P. Johnson, W. Grant Still).
Dopo la crisi del 1929 la vita artistica rallentò; riprenderà poi vigore sfociando infine nella stagione del bebop.